Pavia, confessa il compagno di Lidia Peschechera: l’ha strangolata ed è stato 3 giorni col cadavere
L'ha strangolata al culmine dell'ennesima lite, vivendo per tre giorni in casa col suo cadavere e rispondendo per suo conto al cellulare, in maniera da non destare sospetti. Poi Alessio N., 28enne compagno di Lidia Peschechera, trovata morta in casa ieri, è scappato rifugiandosi in un ostello di Milano, in via Doria, dove è stato rintracciato dai carabinieri dei Ros (Raggruppamento operativo speciale) e dei colleghi di Pavia e fermato. Nella camera affittata dal 28enne, senza fissa dimora, sono stati trovati documenti personali di Lidia e le chiavi dell'appartamento della donna in via De Pretis a Pavia: è lì che, coperto da un asciugamano nella vasca da bagno, i carabinieri ieri avevano trovato il corpo della 49enne, già in stato di decomposizione.
Il datore di lavoro di Lidia si era insospettito per alcuni messaggi ricevuti
Ad allertare le forze dell'ordine erano stati il datore di lavoro di Lidia e il suo ex amico. Il primo si era allarmato perché la donna non si era recata al lavoro senza avvisare, e poi aveva ricevuto strani messaggi dal suo cellulare. I due si erano recati in casa di Lidia, trovandola chiusa a chiave: i soccorritori, allertati, sono entrati dalla finestra e hanno scoperto il cadavere della donna.
L'omicidio, stando a quanto confessato dal 28enne agli inquirenti, sarebbe avvenuto lo scorso 12 febbraio. Solo il 15, lunedì, l'omicida sarebbe fuggito dall'abitazione dell'ex compagna, rifugiandosi a Milano. Il ragazzo, stando a quanto ricostruito, ha problemi di alcolismo. Da poco tempo aveva una relazione con Lidia ed era andato a vivere con lei. Ma la donna aveva rivelato a qualche amica l'intenzione di allontanarlo per via dei suoi comportamenti violenti.
Le informazioni sulla relazione sentimentale sono serviti agli inquirenti per rintracciare il 28enne: la procura della Repubblica di Pavia aveva messo sotto intercettazione i suoi telefoni e dalle celle si è potuto risalire alla sua ubicazione. Davanti al procuratore della Repubblica Mario Venditti e alla sostituta Diletta Balduzzi il 28enne ha confessato il delitto: è ora in carcere a Pavia, con l'accusa di omicidio volontario aggravato.