Pavia, appalti truccati e caporalato: sequestrata una cooperativa che forniva ambulanze
Turni di oltre dodici ore per i dipendenti, e ambulanze che, nonostante portassero malati in piena emergenza Covid, non venivano nemmeno sanificate. Questo è quanto si evidenzia nelle indagini condotte dalla Guardia di Finanza di Pavia che ha posto sotto sequestro una cooperativa che opera nel settore dei trasporti sanitari. Il quadro emerso di caporalato e appalti truccati, per un valore complessivo di circa 11 milioni di euro, è la naturale prosecuzione di un’altra indagine che, già nel marzo scorso, aveva portato all’arresto di quattro persone, oltre a perquisizioni e sequestri di apparati informatici in diverse aree del Paese, dalla Lombardia alle Marche, passando per il Lazio e la Sicilia, per i reati di turbativa d’asta e frode nelle pubbliche forniture. Le indagini hanno permesso di individuare diverse gare d’appalto per l’affidamento dei servizi di trasporto in ambulanza in diverse parti d'Italia, tra cui Pavia, Roma e Milano, vinte dalla cooperativa che sono però risultate turbate e per le quali sono state riscontrate diverse frodi nell’esecuzione del servizio pubblico.
La cooperativa agiva tramite prestanomi
Secondo le accuse, la cooperativa agiva tramite prestanomi, per occultare la presenza e reale direzione aziendale da parte di uno degli indagati già condannato in via definitiva nel 2017 per turbata libertà degli incanti. Era stato escogitato un metodo infallibile per aggiudicarsi tutti gli appalti: venivano proposti prezzi molto bassi e si assicurava, anche se solo formalmente, una folta flotta di mezzi. I prezzi però erano ottenuti dallo sfruttamento dei lavoratori e dal numero dei mezzi impiegati che era sensibilmente inferiore a quello previsto da contratto. Naturalmente, tutto questo provocava dei disservizi sul sistema sanitario.
Dalle telecamere emergerebbe che le ambulanze venivano raramente sanificate
Da alcune riprese effettuate in alcune delle ambulanze della cooperativa emergerebbe come queste venissero raramente sanificate, cosa che, invece, dovrebbe avvenire dopo il trasporto di ogni paziente (così come previsto dalla normativa regionale e dal contratto d’appalto) soprattutto durante una pandemia. Una delle ambulanze monitorate, ad esempio, in 20 giorni di lavoro dove aveva trasportato 92 pazienti, era stata sanificata solo quattro volte mentre un’altra, in 9 giorni di servizio, con 86 pazienti trasportati, sarebbe stata sanificata una sola volta.
Stipendi inferiori ai minimi salariali
La cooperativa pagava inoltre i propri dipendenti con stipendi molto inferiori ai minimi salariali previsti dal contratto collettivo nazionale costringendo, di fatto, i propri lavoratori a svolgere anche attività come volontari. I lavoratori erano infatti costretti a turni di lavoro massacranti (per oltre 12 ore continuative e senza pause), spesso non avevano altra scelta se non quella di mangiare o dormire, quando possibile, all’interno della cabina sanitaria dell’ambulanza che sarebbe dovuta rimanere sterile. Proprio in funzione delle numerose gare d’appalto turbate, delle ripetute frodi nelle pubbliche forniture, della condizione di sfruttamento dei lavoratori, il Tribunale di Pavia ha disposto un sequestro preventivo dell’intero compendio aziendale della cooperativa, che ha un patrimonio di circa cinque milioni di euro, oltre al sequestro di circa 200 mila euro in capo ai caporali. Il pubblico servizio svolto dalla cooperativa non verrà comunque interrotto: il Tribunale, ha incaricato un amministratore giudiziario per la gestione e la corretta continuazione delle attività di soccorso.