Paura sul treno, prende a calci e pugni uno studente per rubargli lo smartphone: arrestato
Era il terrore di tutti quegli studenti che sono costretti a percorrere la tratta Lissone-Saronno per andare a scuola. I carabinieri di Monza e Brianza hanno arrestato dopo settimane di indagini il 20enne di origine pakistana che aveva fatto della stazione ferroviaria di Lissone la sua "base logistica". Ora in carcere, è stato identificato grazie al racconto di una sua vittima e alle telecamere di sicurezza della città.
Il colpo di febbraio e l'identificazione del rapinatore
Lo scorso febbraio, il 20enne residente a Desio aveva aggredito uno studente di 16 anni di Lissone. Calci e pugni, fino a che non è riuscito a strappargli lo smartphone e il denaro contante che aveva con sé: 20 euro. Non era altro che l'ennesimo colpo che il ragazzo di origine pakistana metteva a segno in quella zona. Per compiere le sue rapine, usava un cappellino per nascondere il volto e indossava una mascherina fin sopra al naso. La vittima di quel giorno, andata a denunciare ai carabinieri la rapina, è riuscito comunque a fornire ai militari una descrizione del suo aggressore. Successivamente, sono state acquisite le immagini del sistema di video sorveglianza della stazione e delle telecamere di sicurezza presenti in altri punti della città. Ricostruendo la dinamica del furto, hanno ripercorso la fuga del 20enne. Allontanatosi dalla stazione di Lissone, si era tolto il cappellino e la mascherina proseguendo a volto scoperto. Identificato, la Procura di Monza ha condiviso i risultati delle indagini e chiesto e ottenuto un'ordinanza di custodia cautelare in carcere.
Trovato con sette grammi di cocaina nelle mutande
Alcuni giorni prima, a Brescia, un uomo di 32 anni originario della Tunisia è stato arrestato e sarà costretto all'espatrio. La polizia locale di Brescia lo ha trovato con sette grammi di cocaina nascosti nelle mutande. L'uomo è stato fermato nella zona dell'ex Ideal Standard, l'area industriale abbandonata protagonista da tempo di spaccio di droga. Il 32enne era là proprio per rivendere quella che portava con sé insieme ad altre due persone. Prima dell'arresto, ha provato a scappare tra i capannoni dismessi e abbandonati.