Partito Gay di Milano: “Intitolare a Raffaella Carrà i giardini Indro Montanelli: era un pedofilo”
I giardini Indro Montanelli di Milano, nei pressi di Porta Venezia, devono essere intitolati a Raffaella Carrà. Questa la proposta di Mauro Festa, candidato sindaco per le Comunali di quest'anno nel capoluogo lombardo per il Partito Gay per i diritti LGBT+ Solidale, Ambientalista, Liberale: "Nel cuore della zona arcobaleno di Milano è necessario un simbolo riconoscibile per la comunità LGBT+ e che rappresenti un messaggio chiaro del Comune per veicolare ideali e principi che dice di sposare, ma, per ora, solo a parole. Per questo, chiediamo che il parco attualmente dedicato a Indro Montanelli in Porta Venezia venga intitolato a un’icona d’inclusività, rispetto e libertà conosciuta in tutto il mondo: Raffaella Carrà". L'amatissima artista è deceduta due giorni fa a 78 anni a seguito di una malattia.
Partito Gay contro Indro Montanelli
Il candidato sindaco Festa ha poi continuato, dicendo che "questo non è l'unico motivo della richiesta. Già nel 2019, erano nate numerose e aspre polemiche circa la statua di Indro Montanelli, sita proprio nel parco di Porta Venezia, e ne era stata proposta la rimozione da associazioni femministe e LGBT+". Festa si rifà quindi alle dichiarazioni rilasciate dallo stesso Montanelli quando ha ammesso di "aver acquistato e avuto rapporti sessuali con una bambina eritrea di 12 anni durante il periodo colonialista fascista". Montanelli, come ha aggiunto Festa, "non ha mai rinnegato la legittimità del suo comportamento, anzi, lo ha sempre giustificato".
Festa: Montanelli era un pedofilo
Poi, Festa ha proseguito attaccando la figura del fondatore de Il Giornale: "Che il Comune di Milano dia lustro a un pedofilo, perché è di questo che si tratta, anche se non lo si dice mai apertamente, è semplicemente scandaloso. Il valore di Montanelli come giornalista sarà pure indiscusso, ma i suoi valori morali non possono e non devono essere taciuti e, anzi, premiati con riconoscimenti pubblici". Per Festa quindi la Carrà è un personaggio migliore perché Milano ha "bisogno di simboli che richiamino valori di umanità, positività e inclusività: Raffaella Carrà è stata in grado di unire “da Trieste in giù” tutti gli italiani, nel rispetto di tutte le differenze e minoranze".