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Parti civili non ammesse al processo Caffaro per disastro ambientale: “Scelta incomprensibile”

L’11 aprile 2024 avrà inizio il dibattimento del processo Caffaro per disastro ambientale. Il gup di Brescia, però, ha escluso tutte le parti civili, tra cui Medicina Democratica, Codacons e Lac.
A cura di Enrico Spaccini
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L'ingresso dello stabilimento Caffaro di Brescia (foto di Fanpage.it)
L'ingresso dello stabilimento Caffaro di Brescia (foto di Fanpage.it)

Il processo che si aprirà a carico degli amministratori di Caffaro Brescia e della società incaricata di parte della bonifica si terrà senza parti civili. Lo ha deciso ieri, martedì 26 settembre, il gup del Tribunale bresciano, Matteo Guerrerio, escludendo Medicina Democratica, Codacons e Lac durante l'udienza preliminare, mentre Città di Brescia e il ministero dell'Ambiente avevano deciso di non costituirsi parte civile già alla prima udienza dello scorso 13 giugno. "Medicina Democratica ha contribuito in maniera determinante a portare l'attenzione sul disastro ambientale", ha commentato il presidente Marco Caldiroli, "sconcerto è il termine che meglio esprime la nostra reazione".

Gli imputati del processo Caffaro

Il giudice ha rinviato a giudizio Antonio Todisco, Alessandro Quadrelli, Alessandro Francesconi e Vitantonio Balacco e la Caffaro Brescia srl, ovvero la società che fino all'autunno del 2019 ha gestito lo stabilimento. Gli imputati sono accusati a vario titolo di disastro ambientale, omesso smaltimento di scorie pericolose e, tranne Balacco, inquinamento da cromo esavalente e clorato.

Tra gli imputati, invece, hanno richiesto il rito abbreviato condizionato alla produzione di una consulenza tecnica. Si tratta del liquidatore del gruppo Snia (cui apparteneva la vecchia Caffaro Chimica), Marco Cappelletto, e il manager Alfiero Martinelli, presunti responsabili dell’inquinamento da mercurio in falda e di omessa rimozione di scorie. Infine, l'ex commissario straordinario Roberto Moreni che non avrebbe smantellato nel modo corretto i reparti contaminati.

Lo stabilimento Caffaro di via Nullo (foto di Fanpage.it)
Lo stabilimento Caffaro di via Nullo (foto di Fanpage.it)

Un processo senza parti civili

Sulla posizione degli ultimi tre imputati, giudicherà il gup il prossimo 19 dicembre. Per gli altri quattro, invece, il dibattimento inizierà l'11 aprile del 2024. Tuttavia, non ci sarà alcuna parte civile.

Città di Brescia, così come il ministero dell'Ambiente, non ne aveva fatto richiesta già il 13 giugno scorso motivando la scelta come conseguenza delle modifiche introdotte dalla riforma della giustizia Cartabia. Medicina Democratica, Codacons e Lac, invece, sono state escluse ieri, martedì 26 settembre, dal gup.

Scelta giudicata "incomprensibile" da Marco Caldiroli, presidente di Medicina Democratica, che sottolinea come l'associazione è convinta di "avere tutte le carte in regola per rappresentare nel processo le ragioni delle popolazioni e dei lavoratori esposti, loro malgrado, a sostanze tossiche anche negli ambienti di vita e nell'acqua".

A sostegno della sua posizione, Caldiroli ribadisce il ruolo di Medicina Democratica nel "portare l'attenzione sul disastro ambientale, provocato dalle attività industriali della Caffaro, dalla diffusione nel terreno e nelle acque di veleni come i policlorobifenili, (PCB), le policlorobenzodiossine e dibenzofurani (PCDD/F), mercurio e arsenico". Infine, il presidente dell'associazione ha voluto esprimere "preoccupazione per le sorti di un processo che non si avvarrà per nostra esclusione e per scelta degli enti pubblici del supporto delle parti civili a rappresentare gli interessi della popolazione".

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