Parla Mattia Maestri, il paziente 1 di Codogno: “Ero morto, spiace vedere che c’è chi nega il virus”
"Ci sono stati milioni di morti accertati. Sono dispiaciuto nel vedere una negazione su un fatto del genere". Interviene in un convegno sulla sanità in Regione Lombardia lunedì mattina Mattia Maestri, il primo paziente italiano positivo al Coronavirus ricoverato la notte tra il 20 e il 21 febbraio all'ospedale di Codogno e dimesso dopo settimane di terapia intensiva. Al Pirellone Mattia commenta così i negazionisti, coloro i quali negano l'esistenza del Covid-19, e ricorda quei giorni all'ospedale prima a Codogno e poi al Policlinico San Matteo di Pavia: "Ho passato 3 settimane in terapia intensiva, in ricovero, morto. Per me respirava solo la macchina e non avevo rapporti". E uno come lui, che ha vissuto sulla sua pelle la forza del virus, non può che temere una seconda ondata di contagi: "L'emergenza non è finita, non so se ci sarà una seconda ondata ma se dovesse arrivare sarei preoccupato".
Mattia ha consegnato il premio "Donne e Covid-19" a 40 dottoresse e infermiere
Durante la mattinata Mattia ha consegnato il riconoscimento "Donne e Covid-19" a 40 tra dottoresse e infermiere che fanno parte del totale di 206 premiate: tutte in prima linea durante i mesi di emergenza. Il premio è stato attribuito da Fondazione Onda ed è arrivato alla vigilia del quarto congresso nazionale dell'Osservatorio nazionale della donna e di genere. "Durante il mio ricovero vedevo soltanto le infermiere che mi stavano accanto – ha precisato Mattia prima di premiare – sono stato trattato molto bene, spero che queste persone ricevano i giusti riconoscimenti di carriera. Mi sono state vicino. In quei giorni avevo solo il desiderio forte di tornare a casa e di recuperare le forze perché di lì a poco sarei diventato padre". La prima figlia di Mattia è nata infatti pochi giorni dopo le sue dimissioni.
Il 24 settembre il caffè insieme al presidente Fontana
Per il "paziente 1" si tratta del secondo impegno istituzionale con la giunta regionale. Lo scorso 24 settembre aveva preso un caffè a Lodi con il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana che sulla sua pagina Facebook aveva scritto: "Oggi sono a Lodi e ho colto l’occasione per prendere un caffè con Mattia il primo paziente italiano grazie al quale siamo riusciti a far partire l’allarme in tutto il Paese, in tutta Europa". Da agosto Mattia è tornato alla sua vita: il mese scorso era apparsa una foto di famiglia affissa alla vetrina dell'erboristeria che la moglie e la suocera gestiscono a Casalpusterlengo, in provincia di Lodi. Il ricordo di quei giorni è ancora fresco. Teme la seconda ondata. E ai negazionisti non può non ricordare che, a differenza sua, c'è chi non ha vinto la battaglia contro il virus.