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Parla il prof che non ha fatto il minuto di silenzio per Giulia Cecchettin: “Un grave malinteso, sono mortificato”

La risposta della scuola media Tiepolo al caso del professore che non ha fatto rispettare il minuto di silenzio (o di rumore) in memoria di Giulia Cecchettin: “Nessuna presa di pozione, solo uno spiacevole malinteso”, dicono preside e prof a Fanpage.it.
A cura di Chiara Daffini
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Alunni fuori dalla scuola Tiepolo
Alunni fuori dalla scuola Tiepolo

Si è diffusa nelle scorse ore la notizia che in una scuola media di Milano, la Giovanni Battista Tiepolo, a una classe di ragazzini è stato negato da un professore il minuto di raccoglimento – sotto forma di silenzio o rumore – in memoria di Giulia Cecchettin. La polemica è divampata dopo che alcuni genitori degli stessi alunni hanno segnalato la questione alla testata MilanoToday. Fanpage.it è stata alla Tiepolo per chiarire la dinamica dei fatti.

"Credevo che il minuto di silenzio l'avessero già fatto – racconta a Fanpage.it il professore preso in causa -, non mi sarei mai sognato, altrimenti, di negare loro questo momento, anzi, è un tema di cui parliamo spesso in classe e verso il quale mi preme sensibilizzare ragazzi e ragazze. L'indicazione da parte del dirigente scolastico c'era stata – precisa – ma siccome io devo andare a prendere i ragazzi del piano di sotto e ci mettiamo alcuni minuti, vedendo altri docenti uscire dalle classi e dire che avevano fatto questo minuto di silenzio, ho dato per scontato che la classe l'avesse già fatto.".

"Il malinteso – continua il prof – è nato dal fatto che il ragazzo che mi ha chiesto più volte di fare il minuto di silenzio continuava a ridere. Lì mi sono anche indispettito, credevo mi stesse prendendo in giro e non mi piaceva che lo facesse su un tema così serio. Il mio errore – ammette – è stato forse non chiedere più esplicitamente anche agli altri, sinceramente non ricordo di averlo fatto".

Il preside: "Dai genitori appigli per attaccare i docenti"

A commentare l'accaduto è anche Antonio Re, dirigente scolastico dell'Istituto comprensivo Leonardo Da Vinci, di cui fa parte la media Tiepolo: "Quando mi è giunta la notizia – spiega a Fanpage.it – ho subito contattato il docente, il quale mi ha spiegato del fraintendimento tra lui e la classe e gli credo, non c'era alcuna presa di posizione da parte sua, altrimenti l'avrebbe rivendicata dopo che il fatto è stato divulgato sui media".

"Episodi come questi, in cui genitori contattano i giornali prima di parlare con la scuola – precisa il preside – mi sono già capitati. Alcuni non vedono l'ora di cercare gli appigli per attaccare i docenti, soprattutto quando i figli hanno un cattivo rapporto con gli stessi".

Sul tema interviene di nuovo il professore: "Sono mortificato, mi chiedo come mai i genitori non abbiano chiesto spiegazioni prima a me. Quando rivedrò quella classe sicuramente avremo modo di parlare ampiamente del tema della violenza sulle donne e di recuperare non solo un minuto di silenzio, ma se è necessario ore intere".

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