Parla il padre del trapper che ha aggredito un uomo per il colore della pelle: “Perché fai tutto questo?”
"Perché? Chi te l'ha fatto fare? Perché tutto questo? Per che cosa?". È un padre disperato quello di Jordan Tinti, in arte Jordan Jeffrey Baby: il trapper lombardo arrestato per aver aggredito e rapinato un 41enne nigeriano che tornava dal lavoro alla stazione di Carnate, in Brianza.
"Vogliamo ammazzarti perché sei nero", gli avevano urlato Jordan Jeffrey Baby e il collega romano Gianmarco Fagà, alias Traffik. Poi l'inseguimento con i coltelli, il furto dello zaino e della bicicletta dell'operaio. E infine il video, a testimonianza del tutto, postato su Instagram. Sfoggio di superiorità criminale, di potenza, di cattiveria.
"Gli interessa solo essere famoso"
"Quello che interessa a Jordan", ha raccontato il papà al TgR Lombardia, è "essere famoso, in tutto. Poi il percorso più breve è fare cavolate, così hai più like". Quelli che sperava di ottenere postando il video dell'aggressione razzista sui social. Una violenza crudele e senza senso, che ha terrorizzato e privato dei suoi pochi averi il 41enne.
Persino il gip del resto, nel convalidare il fermo per rapina aggravata dall’uso del coltello e dalla discriminazione razziale dei due trapper, aveva sottolineato "il compiacimento delle loro gesta violente, con evidenti fini intimidatori e moventi razziali, come reso evidente anche dalla circostanza che hanno filmato e successivamente postato".
"Una certa notorietà sul web"
Dal canto loro i due, durante l’interrogatorio di garanzia, hanno sostenuto di avere "una certa notorietà sul web", e di dover girare con il coltello perché spesso vittime di attacchi per il fatto di essere "rapper famosi". Famosi sicuramente più per le vicende giudiziarie, che per la qualità della musica.