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Alberto Genovese arrestato per stupro

Parla Aurelia, la vittima di Alberto Genovese: “Ricordo il sangue sulle lenzuola”

Una delle due ragazze che hanno denunciato l’ex re delle start up per stupro decide di mostrarsi in volto al programma di La7 Non è L’Arena. “Non ho niente di cui vergognarmi, io racconto la verità”
A cura di Francesca Del Boca
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A sopravvivere sono solo pochi flashback, "brevi, scollegati, sconnessi". Uno su tutti: "Ricordo il dolore. E il sangue sulle lenzuola".

Le lenzuola sono quelle del letto di Alberto Genovese, accusato di aver drogato e violentato per giorni due ragazze e condannato a una pena di 8 anni e 4 mesi.

Una di loro, Aurelia, oggi decide di mostrarsi in volto e testimoniare davanti alle telecamere di La7, al programma Non è L'Arena. Rompendo così il mistero che avvolgeva la sua identità, fino a questo momento ignota al grande pubblico.

"Completamente imbottita di droga"

Con la voce rotta dal pianto, racconta ciò che ricorda di quelle ore e ore di sevizie sessuali. Non molto, dal momento che la giovane (al tempo 18enne) in quegli istanti era "totalmente imbottita di droga", "completamente alterata", "allucinata": effetto delle sostanze che l'imprenditore le ha fatto assumere, per stordirla e abusare di lei per un giorno intero. Il resto è venuto a galla durante il lavoro investigativo degli inquirenti, tra le riprese delle camere installate dentro il super attico del centro di Milano soprannominato Terrazza Sentimento e varie testimonianze raccolte.

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Le manette ai polsi e le suppliche

È l'ottobre del 2020 e la ragazza, che si è recata a casa di Genovese per una delle sue leggendarie feste notturne, riesce a scappare solo dopo una giornata di prigionia. Per strada, disperata, fermerà degli agenti di polizia.

"Ricordo di essere stata ammanettata. Le manette erano strette ai polsi, mi facevano male. E ricordo di aver supplicato: ti prego, slegami". Alberto Genovese, in sede di tribunale, replicherà così a quelle parole: "Mi sono reso conto che la ragazza non era d'accordo al sesso estremo solo una volta che è scemato l'effetto delle droghe, e ho visionato i filmati agli atti dell'inchiesta".

La decisione di mostrarsi in volto

Ma perché la decisione di mostrarsi in volto, dopo la condanna dell'ex re delle start up? "Non ho niente di cui vergognarmi, non ho niente da nascondere. Non devo avere paura di raccontare. Io sto raccontando la verità, solo la verità".

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