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Paolo Corna condannato per l’omicidio del figlio, i giudici: “Sopraffatto dall’ira dopo anni di esasperazione”

Paolo Corna è stato condannato lo scorso 7 ottobre a 9 anni e 4 mesi per l’omicidio del figlio Giambattista. Per i giudici della Corte d’Assise, il 78enne sarebbe arrivato a colpire il 54enne a causa di uno “stato d’ira” dovuto a “una lunga serie di atteggiamenti inaccettabili”.
A cura di Enrico Spaccini
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(Archivio)
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Lo scorso 7 ottobre Paolo Corna è stato condannato a 9 anni e 4 mesi di reclusione per l'omicidio del figlio Giambattista. Stando a quanto ricostruito dalle indagini, il 78enne lo aveva accoltellato a morte la sera del 3 settembre 2023 nella loro abitazione a Bottanuco (in provincia di Bergamo). Come si può leggere nelle motivazioni della sentenza pronunciata dalla Corte d'Assise di Bergamo, presieduta dalla giudice Patrizia Ingrascì, al momento dell'aggressione Corna "non era affatto lucido", in quanto "sopraffatto dallo stato d'ira determinato dall’ennesimo comportamento prevaricatorio e vessatorio del figlio".

La difficile convivenza tra Giambattista Corna e i genitori

Giambattista Corna aveva 54 anni e ha avuto una vita caratterizzata dalle dipendenze. Era stato sposato, ma aveva anche patteggiato la pena di 1 anno e 4 mesi per maltrattamenti e lesioni nei confronti della moglie. Nonostante avesse un lavoro, viveva da qualche tempo insieme agli anziani genitori a Bottanuco, che lo avevano accolto in casa e gli gestivano lo stipendio.

Come ricostruito nel corso delle indagini, la convivenza tra i tre non era affatto facile. Nelle motivazioni della sentenza pronunciata il 7 ottobre 2024 si leggono delle "incontrollate aggressioni" del 54enne verso i genitori, cui "resilienza e la capacita di affrontare il problema" si sarebbero "affievolite" con il passare degli anni.

La richiesta di denaro e l'accoltellamento

Specialmente il fine settimana, Corna era solito eccedere con l'alcol e, una volta ubriaco, tendeva a essere "prepotente, irascibile e aggressivo, determinando nei due anziani genitori un vero e proprio stato di allerta e paura". La mattina del 3 settembre, Corna aveva chiesto e ottenuto dal padre 20 euro. Una volta tornato a casa, intorno alle 15, sarebbe stato "in evidente stato di ebbrezza". Di fronte all'ennesima richiesta di denaro rifiutata, il 54enne sarebbe andato in escandescenza "con tale furia" che i genitori si erano ritrovati costretti a chiamare i carabinieri.  Tuttavia, all'arrivo dei militari l'uomo stava dormendo e per questo motivo erano andati via "senza poter attuare alcuna misura a tutela dei due anziani".

Lo stesso scenario si sarebbe riproposto solo poche ore più tardi, in cucina. Paolo Corna avrebbe respinto un'altra richiesta di denaro del figlio, che lo avrebbe sfidato poi a colpirlo con il piccolo coltello che l'anziano teneva in mano. Il 78enne avrebbe usato poi quella stessa lama per colpirlo tre volte all'addome, uccidendolo, mentre il 54enne devastava i mobili della camera.

Secondo la Corte d'Assise di Bergamo, in quegli istanti Paolo Corna "non era affatto lucido", ma anzi in seguito a una "profonda esasperazione e sofferenza emotiva" era stato "sopraffatto dallo stato d'ira" dovuto a "una lunga serie di atteggiamenti inaccettabili" del figlio. Con queste motivazioni, i giudici hanno accolto la richiesta della concessione dell'attenuante della provocazione per accumulo richiesta dall'avvocata della difesa, Barbara Bruni.

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