Palpeggia e prova a baciare un’infermiera contro la sua volontà: primario condannato a 18 mesi

Un primario dell'ospedale di Chiari (in provincia di Brescia) è stato ritenuto responsabile dei presunti abusi sessuali denunciati da un'infermiera caposala risalenti al 2020. Il Tribunale di Brescia ha condannato in primo grado il 64enne a 18 mesi di reclusione, con pena sospesa. Il medico è stato, invece, assolto dalle accuse mosse da una collega con cui avrebbe avuto una relazione sentimentale. Per questa parte dell'inchiesta, i giudici hanno rinviato gli atti alla Procura affinché indaghi la donna per calunnia.
Secondo l'accusa, il primario di Urologia dell'ospedale di Chiari nel 2020 avrebbe palpeggiato un'infermiera ex caposala e provato a baciarla contro la sua volontà. Il medico è stato, poi, accusato anche da una collega che avrebbe ammesso di aver avuto un flirt con lui e di essersi appartata nel suo studio. La donna, però, aveva raccontato che si sarebbe sottratta dal medico. Il 64enne ha sempre respinto ogni accusa.
Nell'ultima udienza che si è tenuta lo scorso 13 febbraio, per le presunte molestie ai danni della caposala il pm Ettore Tisato aveva chiesto una condanna a 2 anni e 8 mesi di reclusione per violenza sessuale e l'assoluzione per l'episodio che riguarda la collega. I giudici della Prima sezione penale del Tribunale di Brescia hanno deciso di condannare il primario a 18 mesi di reclusione, con pena sospesa e rimandare gli atti della seconda denuncia alla Procura affinché indaghi per l'ipotesi di reato di calunnia.