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Paga 380 euro di affitto per vivere in un magazzino con altre 30 persone, la storia di Carmen

Per 10 mesi Carmen ha pagato 380 euro al mese d’affitto per poter dormire in un magazzino a Milano con suo figlio e altre 30 persone. La 30enne, che lavora come badante in nero per 2 euro l’ora, ha trascorso due notti per strada prima di trovare un dormitorio che accogliesse lei e il suo bambino.
A cura di Enrico Spaccini
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Foto di repertorio
Foto di repertorio

Carmen e suo figlio Marcos hanno passato due notti per strada, dopo aver trascorso gli ultimi 10 mesi a dormire su una branda in un magazzino di Milano insieme ad altre 30 persone. Tutti peruviani come loro, dovevano pagare 380 euro al mese fin quando il legittimo proprietario della struttura non si è accorto del subaffitto abusivo e ha chiamato le forze dell'ordine per farla sgomberare. Da martedì, però, Carmen e Marcos sono riusciti a farsi ospitare da un dormitorio dove possono stare dalle 20 alle 8 del giorno dopo, in attesa che lei riesca a trovare un lavoro che non sia quello della badante pagato in nero 2 euro l'ora.

La fuga dal marito violento

La storia di Carmen, raccontata da Il Corriere della Sera, inizia in un piccolo villaggio vicino a Lima, la capitale del Perù. Laggiù la 30enne viveva con suo marito, un uomo che maltrattava sia lei che Marcos, loro figlio. La donna racconta degli squilibri psichici di lui, dei quali ancora porta una cicatrice sul volto e Marcos bruciature sulla pelle in tutto il corpo.

Poi il rischio che potesse rapire il bambino l'ha costretta a scappare. A settembre Carmen è riuscita ad arrivare a Milano con suo figlio e, dopo aver fatto domanda come richiedente asilo, ha ottenuto lo scorso giugno il permesso di soggiorno.

Le notti nel magazzino con altre 30 persone

Poco dopo il suo arrivo in Italia, Carmen è riuscita a trovare lavoro come badante di una signora in zona Precotto. Nonostante non sia in regola e venga pagata solo 2 euro l'ora, la 30enne la ringrazia: "In qualche modo ci ha salvato la vita perché è l'unico impiego che ho trovato, senza documenti", ha detto, "è un'anziana simpatica, anche lei vive in condizioni precarie, di più non credo proprio possa pagare".

Con quella paga, l'unico alloggio che è riuscita a trovare per lei e suo figlio è stato un magazzino in condivisione con altri 30 connazionali. Tutti abusivi, dovevano pagare 380 euro al mese. "Le notti erano terribili e i prezzi vergognosi", ricorda Carmen che però anche in questo caso ringrazia "l'uomo che ci ha subaffittato quel posto, ci ha dato un'alternativa alla strada, del resto lui stesso non vive in condizioni migliori".

Il permesso di soggiorno e lo sgabuzzino dell'anziana

Dopo lo sgombero del magazzino da parte della polizia, l'anziana si è fratturata un femore. Non essendo più autosufficiente, ha chiesto a Carmen di dormire da lei per qualche tempo, offrendole come riparo lo sgabuzzino. Sistemato un materasso, la 30enne e Marcos hanno passato lì diverse notti, fino a quando la signora non ha tolto il gesso.

Il permesso di soggiorno è arrivato il 28 giugno, quando Carmen e suo figlio si sono ritrovati di nuovo per strada. Del bambino se ne è preso cura l'onlus Uvi, l'Unione volontari per l'infanzia, che lo ha accolto per qualche ora al giorno mentre si è attivata per cercare una sistemazione per la notte.

Tuttavia, i posti messi a disposizione dal Comune di Milano per i richiedenti asilo, anche quelli relativi al progetto emergenziale, sono tutti pieni. Ad oggi, dopo aver trascorso un paio di notti per strada, Carmen e Marcos sono ospiti di un dormitorio del centro città. "Spero di trovare un lavoro pagato il giusto e spero che assegnino a me e a mio figlio un posto migliore", si augura la 30ene, "ma già questo è prezioso".

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