Padre uccide il figlio, la procura aveva chiesto la pericolosità sociale. Cartabia dispone accertamenti
Si parlò di "pericolosità sociale" quando lo scorso novembre Davide Paitoni venne arrestato con l'accusa di tentato omicidio nei confronti di un suo ex collega: allora il 40enne aveva impugnato un coltellino da lavoro e aveva ferito al fianco l'altro lavoratore. Così per Paitoni era scattato l'arresto ai domiciliari intanto che la indagini avrebbero chiarito i motivi della lite. A decidere le misura cautelare era stato il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Varese che aveva motivato la decisione specificando il pericolo di inquinamento probatorio non considerando invece la richiesta della "pericolosità sociale" fatta dal pubblico ministero. Nel mesi ai domiciliari il 40enne aveva il divieto di comunicare con persone diverse dal suo avvocato difensore e dai "congiunti conviventi", come riporta anche La Repubblica. Tra i congiunti però c'è anche la ex moglie, la stessa che marzo e aprile dello scorso anno avrebbe presentato due denunce ai carabinieri di Azzate nei confronti del marito: Silvia Gaggini si era separata dal marito a fine del 2019 dopo essere stata vittima di violenza, una di queste la costrinse in ospedale. Tutti particolari al vaglio ora degli inquirenti.
L'omicidio e poi la fuga
Particolari che possono fare la differenza dopo l'omicidio della sera di Capodanno, quando Davide Paitoni ha ucciso il figlio Daniele di sette anni prima di tentare di uccidere a coltellate anche la ex moglie fuori dalla casa dei suoceri. Pochi minuti dopo per lui erano riscattate le manette mentre era in fuga a Viggiù, nel Varesotto a pochi chilometri con il confine con la Svizzera. Durante il tragitto in macchina aveva mandato un unico messaggio vocale al padre dicendogli di "non aprire l'armadio", qui infatti aveva nascosto il cadavere del piccolo. Ora si sta cercando di capire perché nonostante Davide Paitoni fosse ai domiciliari per tentato omicidio avesse avuto il permesso di trascorrere Capodanno con il piccolo Daniele. A questi permessi si era sempre opposta la famiglia materna, ma alla fine gli incontri avvenivano con l'ok del giudice.
Sul caso interviene la ministra Cartabia
Sull'omicidio del piccolo Daniele, i cui funerali sono previsti venerdì, Marta Cartabia ha chiesto che vengano fatti tutti gli accertamenti del caso il prima possibile: la ministra della Giustizia ha chiesto all'ispettorato di "svolgere con urgenza i necessari accertamenti preliminari". Intanto oggi 4 gennaio è stata eseguita l'autopsia sul corpo del bambino e si attendono i risultati. A breve si esprimerà anche il giudice per le indagini preliminari sulla convalida e misure cautelari. Durante il primo interrogatorio Davide Paitoni si è avvalso della facoltà di non rispondere. Stando a quanto riportato dall'agenzia di stampa Ansa, l'avvocato del 40enne Stefano Bruno avrebbe detto che l'uomo "non era in condizioni di sostenere l'interrogatorio".