Pablo Marì accoltellato al supermercato: “Se non fosse stato un atleta sarebbe morto”
Uno squilibrato che all'improvviso prende un coltello dagli scaffali del Carrefour dentro il centro commerciale Milanofiori di Assago (Milano) e inizia a sferrare fendenti alle persone. Ne uccide uno, con un colpo dritto alla gola. Ne colpisce sei e ne ferisce gravemente tre. Tra di loro, si viene a sapere dopo poco tempo, anche un calciatore di Serie A.
È Pablo Marì, classe 1993. Giocatore del Monza in prestito dall'Arsenal, difensore centrale. Quel pomeriggio del 27 ottobre viene raggiunto da una coltellata alla schiena. Subito ricoverato in codice rosso all'ospedale di Niguarda di Milano, scampa fortunatamente al peggio e riporta solo alcune lesioni ai muscoli.
Anche se il verdetto finale, per un calciatore nel fiore dell'età, non è dei migliori: dovrà stare lontano dal campo per almeno tre mesi. In ogni caso una buona notizia. "Se non fosse stato un atleta, con una muscolatura imponente, sarebbe morto. Sarebbero stati sicuramente colpiti organi vitali", è stato il commento di Adriano Galliani.
Cosa ci faceva Pablo Marì al Carrefour di Assago
Vita da star, con un esercito di dipendenti e camerieri pronti ad esaudire ogni necessità possibile? Niente di tutto questo. Pablo Marì spingeva il carrello zeppo di provviste per la casa, accompagnato dalla moglie Veronica e il figlio di quattro anni. "Oltre a fare un giro di negozi, aveva l’urgenza di fare la spesa perché oggi sarebbero arrivati i genitori e il fratello della moglie", le parole di Galliani.
"Come tutte le famiglie normali, con ospiti in casa, avevano pensato di procurarsi del cibo. In particolare quel centro commerciale piace anche a Pablito perché ha attrazioni che lo divertono". Il posto sbagliato, alle 18.30 di quel giovedì di ottobre.
Dentro il centro commerciale anche il collega Massimo Tarantini
Non solo il difensore del Monza. Il caso vuole che quel pomeriggio, dentro il centro commerciale di Assago, a spingere il carrello tra le corsie ci sia anche un altra stella del calcio nazionale. Si chiama Massimo Tarantino, e in passato ha giocato nel Napoli, nel Bologna e nell'Inter.
Lui, invece, è l'uomo giusto al momento giusto. Con un calcio disarma l'aggressore impazzito, e il coltello vola via. Poi, insieme ad alcuni clienti, lo immobilizza. "Non sono un eroe", dirà poi. "È stata una questione di attimi, non c'era tempo di razionalizzare. Volevo solo proteggere mia moglie e mia figlia".
Con incredibile sangue freddo, mantenuto anche a distanza di ore. "Faccio la spesa negli ipermercati da una vita. Un episodio, seppur devastante, non può condizionare la mia vita e quella della mia famiglia. Non ci può rubare la quotidianità".