Ottavia Piana, i carabinieri indagano sulla sicurezza della spedizione nella grotta Abisso Bueno Fonteno
I carabinieri della Compagnia di Clusone (in provincia di Bergamo) hanno avviato le verifiche sulla grotta Abisso Bueno Fonteno e sul ‘Progetto Sebino‘ che ha portato la speleologa Ottavia Piana al suo interno lo scorso sabato 14 dicembre. I militari hanno deciso di eseguire questi accertamenti dopo l'incidente che ha riguardato la 32enne, rimasta intrappolata tra le grotte per due volte in poco più di un anno. La Procura, almeno per il momento, non ha aperto alcun fascicolo.
Gli accertamenti dei carabinieri
Come riportato da La Repubblica, nei giorni scorsi i carabinieri hanno avuto un primo colloquio con il sindaco di Fonteno che gli ha permesso di acquisire alcuni documenti. Presto i militari ascolteranno i componenti del Club alpino di Lovere, di cui Piana fa parte, e gli speleologi che hanno partecipato alla spedizione del 14 dicembre. Quando le sue condizioni di salute lo permetteranno, anche Piana racconterà quanto le è accaduto.
L'obiettivo dei militari è fare accertamenti sulla sicurezza dell'ultima spedizione organizzata da ‘Progetto Sebino', un piano scientifico sostenuto da Comuni e università per la raccolta di dati. I carabinieri, infatti, intendono capire se il fatto che Piana abbia avuto due incidenti in poco tempo nella stessa grotta possa essere in qualche modo riconducibile a protocolli o procedure varie.
Le condizioni di Piana
Piana si è infortunata nella serata di sabato, dopo che, insieme ad altri sette colleghi, aveva esplorato oltre due chilometri di grotta fino a quel momento sconosciuti. La 32enne, in circostanze definite "sfortunate", è caduta provocandosi lesioni che le hanno impedito di uscire in autonomia dall'Abisso. La speleologa è stata recuperata dai tecnici del Soccorso alpino dopo oltre 70 ore di lavoro.
Stando a quanto appreso finora, sembra che Piana abbia riportato traumi in varie parti del corpo, in particolare a un femore e una vertebra. Si trova ricoverata all'ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo nel reparto di terapia intensiva, dove è stata medicata per alcune fratture urgenti, e presto dovrebbe essere trasferita in un reparto ordinario.