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Ottant’anni dopo la strage di Piazzale Loreto: “Partigiani uccisi dai fascisti, centrodestra se ne scorda”

Ottanta anni dopo la cerimonia per ricordare i 15 partigiani fucilati dalla Legione Muti e esposti in piazzale Loreto. L’assessore regionale Sertori non parla dei fascisti come gli esecutori della strage e scoppia la polemica, ma poi dice “non ho problemi a dichiararmi antifascista”. L’Anpi contro Vannacci.
A cura di Redazione Milano
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Ieri si è tenuta la commemorazione per l'ottantesimo anniversario dell'eccidio di Piazzale Loreto a Milano, quando quindici partigiani sono stati fucilati dagli uomini della Legione Ettore Muti, su comando delle SS naziste. Dopo essere stati uccisi, i loro corpi rimasero esposti sulla piazza come monito per chi osasse ribellarsi. Per questo i corpi di Benito Mussolini, Clara Petacci e degli altri esponenti del fascismo catturati e fucilati mentre tentavano di scappare alla caduta definitiva del regime, saranno esposti a Piazza Loreto.

Per ricordare la strage di partigiani del 10 agosto del 1944, ieri si è tenuta la cerimonia di ricordo a cui hanno partecipato alcune centinaia di cittadini, l'Anpi e le istituzioni cittadine, e non sono mancate le polemiche. Duro nel suo discorso Primo Minelli, presidente dell'Anpi Provinciale di Milano, che ha fatto anche riferimento al generale Roberto Vannacci, sottolineando come c'è chi "inneggia alla X Mas nel silenzio delle istituzioni"

"Quella strage per la prima volta svelava il suo volto violento al servizio dei nazisti. I veri patrioti partigiani venivano fucilati da italiani delle bande fasciste – ha dichiarato Mimelli -. E colpisce che ancora oggi gli eredi di queste tragedie non abbiano Il coraggio e la volontà politica di rinnegare quel passato, spegnendo quella fiamma che arde sulla tomba di Benito Mussolini, che è stato un dittatore e che non fu uno statista, ma un capobanda. Un passato che non vuole passare". E ancora un riferimento a chi nel centrodestra ancora non riesce a dichiararsi antifascista: "Abbiamo il dovere di ricordarli non in modo retorico, ma assumendoti precise responsabilità a partire dal riconoscimento dell'antifascismo come principio fondativo della nostra Costituzione repubblicana".

Al centro delle polemiche soprattuto il discorso dell'assessore regionale Massimo Sertori, della Lega. Nel corso del suo discorso non ha citato i fascisti tra i fucilatori, ma ha parlato di "forze di occupazione straniera". Dopo il discorso ha però aggiustato il tiro per evitare ulteriori polemiche. In un post su Facebook ha fatto riferimento alla strage parlando di "quindici patrioti partigiani fucilati da un plotone di militi fascisti e SS", e al tg regionale della Lombardia ha chiarito: "Non ho problemi a dirmi antifascista".

Alla cerimonia era presente anche la vicesindaca di Milano Anna Scavuzzo: "Oggi più che mai ci eravamo impegnati a celebrare con attenzione questa data perché queste occasioni sono anche l'occasione per fare tutti un passo avanti. Come città ci impegniamo a accogliere quell'eredità morale che sentiamo oggi così attuale così importante. Un'eredità morale che ci lasciano i quindici patrioti italiani che furono assassinati dai fascisti, quindici italiani che non avevano altra colpa se non quella di amare il proprio paese e la propria libertà".

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