Ostacolò un giornalista: manifestante No green pass indagato e perquisito a Milano
Lentamente, ma inesorabilmente, la giustizia presenta il suo conto a quei pochi violenti che hanno scambiato la protesta contro il Green pass come un'occasione per poter fare ciò che si vuole. L'ultimo caso è di questa mattina, venerdì 26 novembre: a Milano all'alba di oggi i carabinieri hanno perquisito la casa di un manifestante che, in occasione della manifestazione dello scorso 13 novembre, avrebbe impedito di fatto a un giornalista di La7 e al suo cameraman di fare il proprio lavoro, assumendo nei loro confronti atteggiamenti ritenuti prevaricatori. Il manifestante "No green pass" è accusato di violenza privata pluriaggravata, in quanto commessa col volto coperto e in un luogo pubblico: si tratta della stessa accusa contestata due settimane fa ad altri quattro "esagitati" manifestanti, ritenuti autori di aggressioni nei confronti di altri giornalisti avvenute durante i cortei del 16, 23 e 30 ottobre e del 6 novembre, sempre a Milano. In quest'occasione, come due settimane fa, a emettere il decreto di perquisizione dell'abitazione dell'indagato è stato il capo del Pool antiterrorismo della Procura di Milano, Alberto Nobili, impegnato a indagare sulle sfaccettature di un movimento di protesta eterogeneo che, come confermato in alcune occasioni, riunisce anche anime apparentemente opposte come l'estrema destra e gli anarchici.
La perquisizione alla vigilia dell'ennesimo sabato di proteste
La perquisizione odierna arriva alla vigilia di quello che si preannuncia come l'ennesimo sabato di proteste contro il Green pass a Milano. Anche per domani, su diverse chat, è stato preannunciato infatti un raduno alle 17 in piazza Duomo. Da un paio di settimane, tuttavia, la "stretta" del Viminale sui cortei non autorizzati ha di fatto confinato la protesta a presidi statici, ben controllati dalle forze dell'ordine.