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Ospedali in crisi, ridotti del 50 per cento gli interventi al Papa Giovanni di Bergamo

L’emergenza coronavirus obbliga gli ospedali della Lombardia a ridurre gli interventi chirurgici non urgenti. Già da alcuni giorni la direzione regionale Welfare ha disposto la riduzione delle attività differibili, per fare spazio e trovare quindi nuovi posti per i pazienti Covid-19. È quanto sta succedendo anche a Bergamo all’ospedale Papa Giovanni XXIII.
A cura di Simone Gorla
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L'emergenza coronavirus continua a mettere in grave crisi gli ospedali della Lombardia. Già da alcuni giorni la direzione regionale Welfare ha disposto la riduzione delle attività chirurgiche non urgenti e quindi differibili, per fare spazio e trovare quindi nuovi posti per i pazienti Covid-19. È quanto sta succedendo anche a Bergamo all'ospedale Papa Giovanni XXIII, dove sono stati ridotti alla metà gli interventi non urgenti. "Siamo hub per emergenze, ma l’attività chirurgica d’elezione sarà ridotta del 50 per cento", ha detto Fabio Pezzoli, direttore sanitario dell’Asst, parlando all'Eco di Bergamo.

Ridotti gli interventi chirurgici in tutta la Lombardia

La provincia di Bergamo, la più colpita durante la prima ondata della pandemia, è ora in una situazione meno critica rispetto ad altre zone della Lombardia, come Milano, Varese e Monza. Tuttavia il numero di ricoverati continua a salire, tanto da rendere necessaria anche al Papa Giovanni la riduzione delle attività extra-covid. Stando al bollettino di ieri, mercoledì 4 novembre, la Bergamasca ha registrato 240 nuovi contagi. In totale dall'inizio della pandemia sono 19.117 i positivi e 3.174 i decessi

Garantite le urgenze ed emergenze

La decisione di limitare le attività non urgenti (fino al blocco totale delle prestazioni differibili) era già stata presa in primavera, quando era stato necessario convertire in tutta fretta le sale operatorie in reparti di rianimazione e i reparti ordinari in stanze per i pazienti con Coronavirus. La decisione di ridurre nuovamente le prestazioni che possono essere rimandate è un segnale della difficoltà che le strutture lombarde stanno affrontando. Resta salvaguardata tutta l'attività per urgenze ed emergenze, le cure per i pazienti cronici e oncologici, i dializzati, così come le interruzioni volontarie di gravidanza e tutte le prestazioni che non possono essere rimandate.

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