Ospedale Valduce Como, il direttore Zanon: “Da domani sarò costretto a decidere chi intubare”
"L'ospedale è saturo. Da domani saremo costretti a decidere chi intubare o no". Il direttore sanitario del Valduce di Como, Claudio Zanon, spiega a Fanpage.it che il suo ospedale è ormai pieno di pazienti Covid, al limite della capacità. Qui, solo nella mattinata di venerdì 6 novembre, attendono in pronto soccorso 20 pazienti sospetti Covid. E attenderanno a lungo perché tutti i posti letto sono pieni: ci sono 61 malati in reparto Covid e 5 ricoverati in terapia intensiva con Coronavirus.
Questa è la capienza massima di uno dei due ospedali più importante di Como, insieme al Sant'Anna. L'unica soluzione è quella di chiedere aiuto alle altre strutture sanitarie della zona "ma anche tutti gli altri ospedali sono pieni". Non resta che l'ospedale in Fiera a Milano. Ma anche qui sorge un problema: "In Fiera c'è tutta l'attrezzatura è sufficiente, ma mancano gli anestesisti e parte del personale. Un problema che ora abbiamo anche noi dal momento che 70 operatori sanitari del Valduce sono a casa perché positivi al Covid", precisa Zanon.
Oggi la mortalità è diminuita, ma sono aumentati di molto i contagi
Il rischio, ormai imminente, è di dover fare una scelta: "Se domani arriverà un paziente over 75 che non ha molte probabilità di sopravvivere, non riuscirò a intubarlo". Sembra che il tempo sia rimasto fermo a marzo e aprile. Anche se qualcosa è cambiato: "Oggi, nonostante il virus sia lo stesso, la mortalità si è abbassata. Durante la prima ondata vedevo pazienti morire dopo due giorni di ricovero, ora no. Però, ci sono molti più contagi e quindi molte più persone che richiedono l'ospedalizzazione". A Como, infatti, negli ultimi giorni c'è stata un'impennata di casi: solo ieri 5 novembre sono stati registrati 615 tamponi positivi, portando Como a essere la quarta provincia lombarda più colpita dopo Milano, Varese e Monza.
In difficoltà anche la medicina del territorio
A preoccupare il direttore Zanon è anche la medicina territoriale: "Faccio fatica anche a mettermi in contatto con i medici di medicina generale comaschi. Per me sarebbe invece indispensabile, perché potremmo accelerare le dimissioni dall'ospedale dei pazienti che possono proseguire la loro guarigione a casa sotto la sorveglianza del loro medico. Permettendo a noi quindi di accogliere altri malati. Per questo propongo che ogni medico metta online anche il proprio numero di cellulare". Insomma, a Como si sta sentendo tutta la pressione del virus negli ospedali. La speranza è che le nuove disposizioni imposte dal Dpcm possano far diminuire la curva dei contagi e dare un margine di respiro agli ospedali lombardi.