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“Ormai Bergamo è la mia città”: la storia di Fanta, dal Burkina Faso ai video in dialetto su TikTok

Fanta Fortunata, conosciuta così dal popolo del web, è una giovane donna bergamasca arrivata in Italia 20 anni fa dal Burkina Faso. Nei suoi video su Instagram e TikTok racconta la quotidianità con allegria e genuinità, ma prima di far sorridere gli altri ha dovuto ritrovare lei stessa il sorriso.
A cura di Chiara Daffini
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Fanta Fortunata
Fanta Fortunata

Ha 29 anni, è arrivata a Bergamo dal Burkina Faso nel 2004 e il suo intercalare preferito è "Pota, raga". Fanta, conosciuta sui social come Fanta Fortunata, sta conquistando il popolo del web con la sua simpatia e il coraggio di andare contro ogni tipo di stereotipo.

"Sono arrivata in Italia all'età di 8 anni e ho sempre abitato a Bergamo – racconta Fanta a Fanpage.it – con i miei genitori e i miei sei fratelli. All'inizio il cambiamento non è stato facile, perché in Burkina Faso avevo tanti amici e molta libertà, invece arrivata a Bergamo non potevo uscire sempre a giocare per strada e mamma e papà lavoravano, poi faceva freddo".

La svolta inizia sui banchi di scuola: "Un mese dopo il mio arrivo – ricorda Fanta – ho cominciato a frequentare la terza elementare e a imparare l'italiano, così ho potuto comunicare con gli altri bambini, che mi hanno accolta molto bene. È stato da lì che ho iniziato ad apprezzare la mia nuova vita in Italia".

Fanta non ha dimenticato le sue origini, ma oggi è Bergamo la sua casa: "Ho tutti i miei affetti qui – spiega – lavoro, mi sono creata la mia famiglia, questa vita ormai è la normalità, anzi per me è una novità quando vado in Burkina Faso in vacanza e devo imparare tutto quasi da capo".

"Ma – ci tiene a precisare – non nego di essere fortunata per il fatto che mio papà abbia fatto di tutto per portare in Italia la famiglia e per garantirci una vita e un futuro migliore, mi sento privilegiata perché nel mio Paese d'origine la vita non era e non è semplice".

E da qui deriva il nome di Fanta sui social: "Mi chiamo Fanta Fortunata proprio per ricordare questa fortuna che sento di avere".

TikTok per tornare a sorridere

"Ho iniziato con TikTok durante il lockdown – racconta Fanta a Fanpage.it -. Una mia amica mi ha consigliata di iscrivermi, visto che stavo passando un periodo molto difficile. Ogni giorno mi mandava dei video per strapparmi un sorriso. Da lì ho iniziato a farli anche io: svegliarmi la mattina, pettinarmi, truccarmi per girare brevi clip era uno stimolo per alzarmi dal letto, cosa per me non scontata allora".

Fanta soffriva di depressione, condizione che è riuscita a superare grazie alla psicoterapia, ma anche distraendosi ogni giorno con l'hobby dei video. "Di base sono una persona molto solare – commenta Fanta -, per molti è quasi impossibile credere che una come me, sempre pronta a far sorridere gli altri, possa soffrire di depressione".

"Ma – aggiunge – è stato proprio quel periodo buio a farmi capire che devo andare oltre il giudizio delle persone e la ricerca dell'approvazione sociale: nei video racconto la mia quotidianità in modo spontaneo e naturale, senza filtri. Su un aspetto insisto sempre: la perfezione non mi appartiene".

Dal profilo TikTok di Fanta Fortunata
Dal profilo TikTok di Fanta Fortunata

In questo concetto rientra anche il rapporto con la figlia Ikram, di sette anni: "A volte è faticoso essere mamma e lo racconto in modo schietto, perché credo che ci siano tante mamme che lo pensano non hanno il coraggio di dirlo per paura di essere giudicate. Io invece so che sono umana prima ancora di essere mamma".

"La mia idea – dice la donna – è abbattere tutte le perfezioni che ci siamo creati nella testa per piacere agli altri". E Fanta lo fa mostrandosi mentre si lava i denti o si mette la crema, facendo vedere la casa in disordine al mattino, la spesa che si è dimenticata di fare prima del Ramadan, la figlia che non vuole andare a scuola.

I social però sono solo una piccola parte della vita di Fanta, che, da bergamasca doc, conclude la chiacchierata dicendo: "Mè go de andà a laurà!" (Io devo andare al lavoro").

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