Avevano organizzato un colpo da 80 milioni in un caveau: arrestati 31 rapinatori
"Un colpo da ottanta milioni di euro": è quanto avrebbe organizzato il gruppo di 31 persone che ieri, venerdì 11 marzo, è stato fermato in provincia di Brescia poco prima che mettesse in scena il colpo. A riferirlo è il procuratore capo di Brescia, Francesco Prete: "Sarebbe stata una rapina efferata se portata a termine".
Arrestate anche due guardie giurate infedeli
La banda era specializzata nell'assalto a blindati e caveau e, gran parte di loro, è originaria di Cerignola, in provincia di Foggia. Tra loro ci sarebbero persone vicine a clan foggiani e della ‘ndrangheta. Tra gli arrestati, ci sono anche due guardie giurate – che lavoravano nell'istituto di vigilanza preso di mira – che avevano il ruolo di "basisti" e avevano detto ai complici che al momento del colpo c'erano 80 milioni di euro.
Le indagini durate cinque mesi
Le indagini della Direzione Distrettuale Antimafia di Brescia- insieme alla Polizia e ai Carabinieri, sono durate cinque mesi. Nell'operazione sono stati coinvolti gli agenti delle squadre mobili di Foggia, Milano, Venezia, Padova, Monza, Bergamo, Reggio Emilia, Verona, Piacenza, Parma, Cremona e i militari del Comando Provinciale Carabinieri di Brescia. Gli investigatori hanno monitorato i loro movimenti dallo scorso ottobre: hanno seguito i viaggi dalla Puglia e i sopralluoghi nel Bresciano, fatto intercettazioni telefoniche e ambientali e trovato gli alloggi dove poi omettevano di dare i dati dei clienti per evitare controlli della Questura.
Il piano della banda
In questo periodo, il gruppo aveva rubato venti auto, furgoni e camion. L'obiettivo era quello di dargli fuoco così da "impegnare" le forze dell'ordine. Avevano anche trovato una ruspa che sarebbe servita per sfondare la parete blindata del caveau. Il colpo sarebbe dovuto avvenire ieri: l'obiettivo era un deposito di denaro di un istituto di vigilanza privata a Calcinato. Il piano della banda prevedeva che i rapinatori, divisi in gruppi, avrebbero agito da luoghi diversi e avrebbero comunicato con telefoni specifici. Un primo gruppo si sarebbe mosso dal capannone di Cazzago, dove erano nascosti i mezzi rubati, gli altri due sarebbero partiti dai covi di Gardone Val Trompia e Ospitaletto. L'operazione delle forze dell'ordine è stata condotta su tutti e tre i punti.
L'arsenale sequestrato
Oltre agli arresti, sono stati sequestrati quattro fucili d'assalto, pistole, una mitraglietta Uzi, chiodi a quattro punte e 21 bombe molotov. L'arsenale è stato trovato in un capannone a Cazzago San Martino, sede della banda. Gli arrestati dovranno rispondere di associazione a delinquere finalizzata a commettere il reato di rapina, tentativo di rapina pluriaggravata, detenzione di armi da guerra, ricettazione dei mezzi rubati, con l’aggravante del metodo mafioso.