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Operato il ragazzino che si è lanciato dalla finestra di una scuola: “Condizioni gravi ma stabili”

Resta ricoverato in condizioni gravi, ma stabili, il ragazzino di 15 anni che ieri a Milano ha cercato di suicidarsi, lanciandosi nel vuoto dal secondo piano di una scuola. L’adolescente, che ha riportato gravi traumi e fratture multiple, è stato operato: la prognosi resta riservata. Proseguono le indagini dei carabinieri sull’accaduto.
A cura di Francesco Loiacono
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La cautela è massima, così come il riserbo su una giovanissima vita che continua a lottare contro la morte sul letto di un ospedale. Ma dalla struttura, il Niguarda di Milano, arrivano notizie che, seppur non buone, lasciano comunque filtrare qualche barlume di speranza sul destino del ragazzino di 15 anni che ieri ha cercato di togliersi la vita mentre si trovava a scuola. Il ragazzo, precipitato dal secondo piano di un istituto durante un compito di latino, nella caduta da circa nove metri di altezza ha riportato gravi traumi e fratture multiple. Già nella giornata di ieri è stato sottoposto a un delicato intervento chirurgico e resta ricoverato in condizioni definite gravi, ma stabili. La prognosi resta riservata: la speranza di tutti è che i medici la possano presto sciogliere, restituendo così il respiro a una famiglia che, comprensibilmente, da ieri lo trattiene in attesa di notizie sul proprio caro.

Si cercano eventuali motivazioni dietro il tentativo di suicidio del ragazzino

Su un altro fronte, procede l'inchiesta dei carabinieri del comando provinciale di Milano sull'accaduto. Delicata, dal momento che si indaga su un argomento "oscuro" come il suicidio, che ha spesso diverse motivazioni alla base, e per di più che si tratta di un'età da sempre considerata problematica come l'adolescenza. Appurata la natura volontaria del gesto del 15enne, si sta cercando di capire se possa esserci stata una circostanza che abbia agito come "innesco" per il gesto del ragazzino, a quanto pare avvenuto all'improvviso, senza nessuna avvisaglia. Né agli insegnanti né ai compagni di classe, a quanto pare, risultava che il ragazzo fosse angosciato da qualcosa a tal punto da mettere in atto un tentativo così estremo. E neanche i genitori erano al corrente di un simile disagio: forse qualcosa in più lo potrà chiarire l'esame del cellulare del ragazzo.

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