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Operaio precipita da sei metri e rimane paralizzato: il capo del cantiere non chiama i soccorsi

Un operaio è rimasto paralizzato dopo essere precipitato per sei metri: il proprietario della ditta non ha chiamato i soccorsi. Ha caricato in macchina la vittima e lo ha lasciato davanti al pronto soccorso. Poi è fuggito.
A cura di Giorgia Venturini
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Stava lavorando su una facciata del palazzo a Milano quando ha persone l'equilibrio ed è precipitato. Dalla caduta è rimasto paralizzato. Ora uno degli addetti alla sicurezza dell'impresa edile ha patteggiato due anni di carcere: l'accusa è di non aver messo in sicurezza il cantiere. Per questo l'operaio è caduto. Come riporta Il Giorno, l'altro responsabile dell'azienda invece attende ancora la sentenza.

Il proprietario non chiama i soccorsi

Le indagini hanno accertato che il responsabile dell'azienda non è intervenuto a prestare soccorso. Non solo, non ha chiamato neanche il 118. Senza pensare alle conseguenze del suo gesto, ha sollevato da terra l'operaio già grave e lo ha portato in auto al pronto soccorso. Poi è fuggito subito perché non voleva essere identificato.

L'operaio lavorava in nero

L'imprenditore aveva paura di una denuncia: la vittima infatti stava lavorando in nero e non aveva tutte le adeguate protezioni. L'operaio infatti stava lavorando vicino a dei lucernari quando spostando dei materiali ha messo i piedi su uno spazio scoperto. L'attimo dopo è precipitato per sei metri di altezza. Dalla caduta ha riportato gravi lesioni alla schiena che ora lo ha costretto alla paralisi.

Durante le indagini è stato precisato che l'uomo non indossava nessuno strumento di protezione: non era in cordata nonostante era in una situazione a rischio. I vari strumenti di protezione sono obbligatori: per questo i responsabili dell'azienda ne erano i responsabili. Inoltre il coordinatore della sicurezza non aveva mai stilato un piano di sicurezza, necessario per queste situazioni.

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