Operaio precipita da sei metri e rimane paralizzato: il capo del cantiere non chiama i soccorsi
Stava lavorando su una facciata del palazzo a Milano quando ha persone l'equilibrio ed è precipitato. Dalla caduta è rimasto paralizzato. Ora uno degli addetti alla sicurezza dell'impresa edile ha patteggiato due anni di carcere: l'accusa è di non aver messo in sicurezza il cantiere. Per questo l'operaio è caduto. Come riporta Il Giorno, l'altro responsabile dell'azienda invece attende ancora la sentenza.
Il proprietario non chiama i soccorsi
Le indagini hanno accertato che il responsabile dell'azienda non è intervenuto a prestare soccorso. Non solo, non ha chiamato neanche il 118. Senza pensare alle conseguenze del suo gesto, ha sollevato da terra l'operaio già grave e lo ha portato in auto al pronto soccorso. Poi è fuggito subito perché non voleva essere identificato.
L'operaio lavorava in nero
L'imprenditore aveva paura di una denuncia: la vittima infatti stava lavorando in nero e non aveva tutte le adeguate protezioni. L'operaio infatti stava lavorando vicino a dei lucernari quando spostando dei materiali ha messo i piedi su uno spazio scoperto. L'attimo dopo è precipitato per sei metri di altezza. Dalla caduta ha riportato gravi lesioni alla schiena che ora lo ha costretto alla paralisi.
Durante le indagini è stato precisato che l'uomo non indossava nessuno strumento di protezione: non era in cordata nonostante era in una situazione a rischio. I vari strumenti di protezione sono obbligatori: per questo i responsabili dell'azienda ne erano i responsabili. Inoltre il coordinatore della sicurezza non aveva mai stilato un piano di sicurezza, necessario per queste situazioni.