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Ultime notizie sull'omicidio di Laura Ziliani

Omicidio Ziliani, i genitori di Mirto si trasferirono a casa di Laura subito dopo la sua scomparsa

Nell’ordinanza di custodia cautelare relativa all’arresto di Mirto Milani e delle sorelle Zani, accusati di aver ucciso e nascosto il cadavere di Laura Ziliani, compare un’altra figura: quella della madre del 27enne, Mirna Donadoni. La donna, insieme al marito, si sarebbe trasferita a Temù (Brescia) nella casa della 55enne subito dopo la sua sparizione, denunciata l’8 maggio scorso.
A cura di Ilaria Quattrone
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Avrebbe in parte plagiato due delle figlie di Laura Ziliani, la donna scomparsa l'8 maggio scorso da Temù (Brescia) e il cui corpo è stato ritrovato l'8 agosto: Mirto Milani, il 27enne sopranista di origini lecchesi, è stato arrestato venerdì scorso con l'accusa di aver ucciso e nascosto il cadavere dell'ex vigilessa. Anche le figlie, Paola e Silvia (quest'ultima è la fidanzata di Milani), sono state arrestate con la stessa accusa. Nell'ordinanza di custodia cautelare, firmata dal giudice per le indagini preliminari Alessandra Sabatucci, compare però anche la madre di Mirto, Mirna Donadoni, la quale al momento non risulta indagata per nessun reato.

I genitori di Mirto si trasferirono a casa di Laura

Dalla testimonianza di una vicina di casa è emerso che già il giorno successivo alla scomparsa di Laura, Mirna e il marito Ruggero, si fossero trasferiti a casa della 55enne: "Penso che addirittura abbiano dormito sempre nella camera di Laura, in quanto vedevo le luci e i movimenti all'interno. Addirittura – racconta la donna – quando Silvia e Paola hanno deciso successivamente di tornare a Brescia per accudire la sorella disabile Lucia, i genitori di Mirto sono sempre rimasti a Temù nella casa di Laura continuando a fare pulizie di continuo". La signora vedeva sempre la coppia fare pulizie nel sottotetto presente nel terrazzino che da sulla via: "Ho notato inoltre che i genitori di Mirto – si legge nell'ordinanza – dapprima hanno appeso alcune giacche alla fine e, successivamente, hanno messo delle tende che, in passato, non erano mai state messe da Laura".

La madre aiutava Mirto nella gestione degli immobili della famiglia Zani/Ziliani

Dalle indagini degli inquirenti è inoltre emerso che la madre di Mirto – che secondo quanto raccontato dalla terza sorella Lucia non aveva un buon rapporto con Laura Ziliani – aveva deciso di aiutarlo nella gestione degli immobili e delle finanze della famiglia Zani/Ziliani. Oltre a pulire gli appartamenti, avrebbe aggiustato alcuni guasti e riscosso gli affitti. Inoltre, sempre secondo quanto scritto nel testo dell'ordinanza, avrebbe trovato un legale che si sarebbe occupato del rendiconto delle rendite della 55enne scomparsa. In mano agli investigatori ci sono infatti diverse conversazioni tra madre e figlio dove la prima lo "incitava, stimolava e spingeva il figlio e le ragazze a verificare la reale situazione economica della scomparsa". La donna li avrebbe invitati anche a gestire con più determinazione gli affitti sia relativamente agli importi che alla riscossione degli arretrati.

La nonna: Gestivano gli averi di famiglia come se fossero loro

Sul ruolo di Mirna Donadoni si è espressa anche la nonna di Paola e Silvia, Marisa Ciniselli: "Mirto gestisce insieme alla madre Mirna, gli averi della famiglia Zani/Ziliani come se fossero i suoi", ha raccontato agli inquirenti. La signora, nonché madre di Laura Ziliani, ha raccontato di aver saputo che le sue nipoti insieme a Mirto Milani e Mirna Donadoni stavano "gestendo con grande libertà le finanze e gli appartamenti di mia figlia". Sempre Donadoni avrebbe contattato una affittuaria che aveva alcuni debiti con Ziliani, chiedendole di saldare il tutto e specificando che "al momento era lei che gestiva le finanze della famiglia Zani/Ziliani".

Intanto oggi, martedì 28 settembre, si svolgerà l'interrogatorio delle due figlie della Ziliani e successivamente di Mirto Milani: i tre potrebbero avvalersi della facoltà di non rispondere. Il giudice cercherà di capire la dinamica dell'omicidio, dove e come è stato preservato il corpo e soprattutto se, per nasconderlo nei tre mesi antecedenti, siano stati aiutati da eventuali complici.

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