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Omicidio Ziliani, l’ex vigilessa voleva lasciare la maggior parte dell’eredità alla terza figlia

Laura Ziliani voleva lasciare la maggior parte della sua eredità alla terza figlia Lucia, l’unica non indagata per omicidio. La giovane ha alcuni problemi di salute e per questo la ex vigilessa, scomparsa l’8 maggio e il cui cadavere trovato ad agosto, puntava a tutelarla di più. E proprio il movente dell’omicidio sarebbe da ricercare nell’eredità: la donna era proprietaria di 25 immobili e 11 terreni.
A cura di Giorgia Venturini
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Laura Ziliani voleva tutelare la sua terza figlia Lucia, la più fragile a causa di alcuni problemi di salute. Così aveva pensato di dividere il patrimonio l'ex vigilessa scomparsa l'8 maggio dalla sua casa ti Temù, in provincia di Brescia. Perché è proprio sulla questione patrimonio che gli inquirenti stanno concentrando il movente dell'omicidio, per cui in carcere ora si trovano le figlie Paola e Silvia Zani e il fidanzato ufficiale della maggiore Mirto Milani. Il patrimonio di Laura Ziliani ammonta a 25 immobili – di questi 23 sono stati distribuiti i quota alle tre figlie – e 11 terreni sparsi nei comuni di Brescia, Concesio, Malonno e Temù. La maggior parte dei beni però l'ex vigilessa gli avrebbe lasciati in eredità alle sua figlia più fragile perché per lei puntava a tutelarla di più proprio per i suoi motivi di salute. La sua decisione potrebbe essere stata anche influenzata dal fatto che era consapevole che Mirto stava manipolando le altre sue due figlie e che continuava a voler gestire gli affari della famiglia Ziliani.  L'ex vigilessa aveva confessato la sua decisione durante una conversazione in chat con una amica. Poi alla conversazione Laura non aveva più risposto. Era il 18 aprile e fino al pomeriggio del 19: in questa fascia oraria, secondo gli inquirenti, la Ziliani potrebbe aver bevuto la tisana preparata dalla figlie che l'avrebbero fatta dormire per 36 ore.

Quanto vale il patrimonio della Ziliani

Laura Ziliani aveva 25 case di sua proprietà e 11 terreni. La donna al mese percepiva circa 1.100 euro di stipendio in qualità di dipendente del Comune di Roncadelle. A questi si aggiungono 1.000 euro della pensione di reversibilità del marito morto in un incidente in montagna nel 2012 e circa 250 euro di pensione di invalidità. E ancora: tra le entrate del mese ci sono anche i soldi degli affitti degli appartamenti che aveva di proprietà. Di questi risulta difficile anche per gli inquirenti ipotizzare una cifra sulle "entrate, dichiarate o meno, ottenute delle locazioni degli appartamenti di proprietà". Per gli inquirenti però non ci sono dubbi: i tre indagati avevano l'interesse a sostituirsi a Laura Ziliani nell'amministrazione del patrimonio della vittima per risolvere i rispettivi economici e rientrare nell'esborso di 40mila euro che la scomparsa aveva imposto alle due figlie per mettere a reddito alcuni appartamenti. Dopo pochi giorni dalla scomparsa della Ziliani, gli inquirenti hanno intercettato una conversazione tra Mirto e le due sorelle Zani ora indagate: parlavano della situazione patrimoniale della madre precisando la volontà di impossessarsi il prima possibile della locazione di alcuni appartamenti, contattando i locatari della Ziliani per aumentare immediatamente l'affitto e costringerli a saldare tutti gli arretrati. Il tutto deviando i bonifici sul conto delle sorelle Zani.

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