Omicidio Ziliani, l’avvocato di Mirto Milani: “Non è la mente del trio criminale, cercava di tirarsi fuori”
È attesa per il prossimo 7 dicembre la sentenza della Corte d'Assise di Brescia per le sorelle Paola e Silvia Zani, accusate insieme al fidanzato della maggiore Mirto Milani per l‘omicidio della madre Laura Zilani, ex vigilessa di 55 anni, avvenuto l'8 maggio 2021 a Temù (Brescia). Per il cosiddetto "trio criminale", giuncato capace di intendere e di volere da una perizia, la Procura ha chiesto la pena dell'ergastolo.
Gli avvocati difensori dei tre, tutti rei confessi, hanno intanto richiesto oggi in aula di riconoscere tutte le attenuanti del caso, escludendo l'aggravante della premeditazione. "Mirto Milani, inizialmente indicato come la mente del gruppo, ha in realtà sempre cercato di tirarsi indietro", le parole dell'avvocato del giovane musicista in aula. "La pena non può essere quella di rinchiudere in carcere un ragazzo di 30 anni e gettare la chiave".
Mentre il legale di parte civile che rappresenta la terza figlia di Laura Ziliani ha chiesto agli imputati un risarcimento da parte delle sorelle. "Avete addirittura ucciso la madre perché eravate convinte che Laura volesse uccidere anche lei, e alla richiesta di denaro per la sorellina disabile rispondete sempre no", le parole riportate da Giornale di Brescia. "Non ci possono essere differenze tra le responsabilità dei tre imputati".
I tre, in realtà, da tempo cercano di scaricarsi a vicenda la colpa del delitto, avvenuto prima attraverso la somministrazione di un muffin avvelenato e poi strangolando la donna, seppellita ancora agonizzante. "Forse Mirto era solo interessato al nostro patrimonio, anche mia sorella Silvia lo sospettava. L'idea di ucciderla è stata sua", aveva detto Paola Zani, 21 anni, contro il primo dei tre a confessare. "Eravamo una famiglia, ora non più".