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Omicidio di Sharon Verzeni a Bergamo

Omicidio Verzeni, Moussa Sangare in casa aveva un cartonato a figura umana: “Si esercitava con il coltello”

In casa di Moussa Sangare i carabinieri hanno trovato il ceppo di coltelli da cui proviene l’arma del delitto e una sagoma in cartone punteggiata di fendenti. L’ex rapper viveva da solo a Suisio (Bergamo), a cinque chilometri da Terno d’Isola.
A cura di Francesca Del Boca
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Quella sera aveva con sé ben quattro coltelli. "Ho scelto Sharon a caso, quella sera volevo solo eliminare qualcuno". È la confessione resa agli inquirenti da Moussa Sangare, il 30enne di Suisio che la notte del 30 luglio ha accoltellato a morte Sharon Verzeni, giovane barista che passeggiava da sola con le cuffiette per le strade di Terno d'Isola (Bergamo).

Ma non solo. I carabinieri, dopo l'interrogatorio fiume, si sono recati nell'abitazione della campagna bergamasca dove abitava Sangare, ex rapper di belle speranze che in passato ha collaborato con nomi del calibro di Ernia e Izi e che dopo la denuncia per maltrattamenti presentata da mamma e sorella si era ritirato a vivere da solo in un appartamento occupato, precipitando ancora di più in un abisso di alcol, droghe e giornate tutte uguali, senza un lavoro o un hobby da portare avanti.

Qui i militari hanno trovato una sagoma in cartone, dalle sembianze umane, punteggiata da numerosi segni di fendenti. Per chi indaga, un modo per esercitarsi a colpire i punti vitali con la lama, e a sferrare colpi con rapidità e decisione. In cucina un ceppo di sei coltelli affilati, tra cui i quattro che Sangare aveva portato con sé la sera del delitto e poi gettato nel fiume insieme ai vestiti che indossava. La lama con la quale ha colpito la barista, sarebbe invece stata sotterrata nella zona del greto, nel territorio di Medolago.

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"Ho sentito parlare in queste ore di raptus improvviso, di scatto d'ira e assenza di premeditazione", ha commentato intanto Luigi Scudieri, legale che assiste la famiglia Verzeni. "Faccio notare tuttavia che il signor Moussa Sangare sarebbe uscito di casa con ben quattro coltelli, e prima di uccidere Sharon ha avuto tutto il tempo di minacciare anche altre due persone. Farebbero bene a farsi avanti".

Sarebbero due ragazzini, contro cui il 30enne avrebbe puntato il coltello prima di incappare nella barista che passeggiava tranquilla, immersa nella sua musica mentre guardava le stelle della notte di mezza estate. "Sharon si è trovata nel posto sbagliato al momento sbagliato", sono state le parole della procuratrice di Bergamo Maria Cristina Rota. "Non c'è nessun movente". Un'aggressione mortale senza senso.

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