Omicidio Verzeni, le bugie di Moussa Sangare prima di confessare: “Sharon era con un uomo, l’ha uccisa lui”
Non ha confessato subito Moussa Sangare, 30 anni, quando è stato fermato dai carabinieri a un mese dall‘omicidio di Sharon Verzeni, avvenuto la notte del 30 luglio a Terno d'Isola (Bergamo).
"Ero a Terno quella notte e l'ho vista. Era in compagnia di un uomo, poi i due hanno discusso e ho visto che lui l'ha accoltellata", quello che secondo quanto scritto da Il Giorno ha provato a raccontare agli inquirenti che l'hanno rintracciato dopo trenta giorni di ricerche a tappeto battendo ogni pista, dal mondo di Scientology (a cui la barista si era recentemente avvicinata attraverso i colleghi della pasticceria Vanilla di Brembate) alla storia d'amore con il compagno Sergio Ruocco.
Una prima versione che non regge. Per chi indaga è lui, l'uomo in bicicletta ripreso dalle telecamere di via Castegnate che pochi istanti dopo l'omicidio viene visto sfrecciare via dalla scena del crimine, pedalando a gran velocità. Sangare, ex rapper di belle speranze che in passato ha collaborato con big del calibro di Ernia e Izi, racconta presto di essere uscito di casa, quella sera, con il preciso intento di eliminare qualcuno.
"L'ho uccisa senza motivo. Quella sera sentivo un feeling, ero nel mood. Era da tempo che volevo farlo, l'ho accoltellata prima al petto e poi da dietro. Quando sono tornato a casa mi veniva da piangere ma mi sentivo libero, come liberato da un peso. Pensavo: che roba", la sua confessione. "Il giorno dopo abbiamo organizzato una grigliata con gli amici".
In un mese, mai un istante di pentimento. Anzi. Per gli inquirenti, Moussa Sangare non ha gettato l'arma del delitto nel fiume per ritrovarla in seguito. "Quando leggevo le notizie sul caso ero contento", le sue parole. Per il gip, il 30enne di Suisio ha ucciso "senza alcuna considerazione della vita umana" e "in preda alla noia", per "capriccio", in cerca solo di "emozioni forti". Ora rischia l'ergastolo.