Omicidio Verzeni, l’avvocato di Moussa Sangare: “Senza senso, valuterò la richiesta di perizia psichiatrica”
"È stata una cosa senza senso, di cui neanche lui conosce la motivazione". Con queste parole l'avvocato Giacomo Maj ha descritto l'omicidio confessato dal suo assistito, Moussa Sangare, compiuto lo scorso 30 luglio a Terno d'Isola (Bergamo). Il 30enne, arrestato dai carabinieri nelle prime ore di oggi, venerdì 30 agosto, è accusato di aver assassinato con quattro coltellate Sharon Verzeni in via Castegnate. La procuratrice di Bergamo, Maria Cristina Rota, ha spiegato nella conferenza stampa successiva al fermo che Sangare era "uscito di casa con quattro coltelli" e che il suo "obiettivo era evidente, voleva colpire qualcuno". Per Maj, sarebbe "molto verosimile che ci sia una problematica psichiatrica", ma al momento l'avvocato non sarebbe in grado di riferire di eventuali ricoveri passati: "È un discorso prematuro e sarà un tema da approfondire con consulenze e un'eventuale richiesta di perizia".
La convocazione come testimone e la confessione
Sangare era stato portato in caserma ieri mattina, giovedì 29 agosto, come testimone. In un primo momento si era dichiarato "estraneo ai fatti e non presente sul luogo" del delitto, ma c'erano due persone che avevano visto un uomo passare in bicicletta nella zona di via Castegnate in un orario compatibile con l'omicidio di Verzeni e le descrizioni che avevano fornito portavano proprio al 30enne.
Le due testimonianze avevano permesso agli investigatori di risalire a Sangare e a ricostruire il suo percorso di fuga. Una volta messo alle strette, Sangare si sarebbe confrontato con il suo avvocato e, dopo le prime dichiarazioni spontanee, alle 4 del 30 agosto ha confessato il delitto ed è stato sottoposto a fermo.
"Una cosa senza senso"
Lo stesso 30enne avrebbe spiegato di essere uscito di casa con il preciso intento di "eliminare qualcuno" e armato con quattro coltelli. "Un gesto che nemmeno lui si spiega, una cosa senza senso", ha commentato il legale Maj che, alla richiesta di quale fosse il motivo, ha precisato: "Non ci sono spiegazioni né motivazioni".
Un delitto immotivato che porta a nuove domande. Nel corso dell'interrogatorio Sangare non avrebbe mai accennato all'assunzione di alcol e droghe. "Non c'è nessun movente religioso, né terroristico", continua il suo legale, "poteva essere la signora Verzeni o uno di noi che passavamo di lì".
Per questo motivo, è stata posta la domanda all'avvocato se il 30enne avesse avuto in passato valutazioni di tipo psicologico o psichiatrico: "Non posso dirlo perché non ho ancora avuto accesso agli atti", ha risposto Maj, "è molto verosimile che ci sia una problematica psichiatrico".