Omicidio Sharon Verzeni, il compagno Sergio Ruocco: “L’assassino è qualcuno che non conosciamo”
"Penso di tutto e di più, ho fatto tutte le supposizioni di questo mondo ma sicuramente non è stato uno che la conosceva". Ne è convinto Sergio Ruocco, il compagno 38enne di Sharon Verzeni: l'assassino della fidanzata di 33 anni, uccisa a coltellate mentre passeggiava per le strade di Terno d'Isola (Bergamo) nella notte del 30 luglio, non è una persona che fa parte della cerchia di conoscenze della coppia.
Cerchia che, in realtà, apparentemente sembra molto ristretta. Genitori, fratelli, parenti, qualche collega, pochissime amicizie al di fuori della coppia di giovani fidanzati, insieme da oltre 13 anni. Le indagini, fin da subito, si sono concentrate così sul compagno della vittima – il cui alibi, però, sembrerebbe reggere tuttora alle numerose verifiche sul campo: la notte del delitto non è stato ripreso dalle telecamere di sorveglianza che puntano sul portone della casa che condivideva con la barista, e quando i carabinieri hanno fatto irruzione nelle stanze l'hanno trovato a letto, in pigiama, ancora assonnato. Non è indagato.
"Non è stato Sergio, ne siamo certi", blinda ulteriormente la sua posizione lo stesso padre di Sharon, il suocero Bruno Verzeni. "Stavano pianificando il loro matrimonio, non litigavano mai", ancora il fratello di lei, Cristopher Verzeni. "È stato insieme a mia sorella per più di dieci anni, noi gli crediamo".
L'ipotesi più accreditata, al momento, resta così quella dell'appuntamento notturno. L'idea insomma che la 33enne sia uscita di casa da sola a tarda ora per incontrare una persona conosciuta. Un soggetto che all'improvviso, con quattro fendenti assestati con grande rapidità, si è trasformato in un freddo assassino, poi fuggito nel nulla. "Mi ha accoltellata", avrebbe infatti detto Sharon ai soccorritori durante la chiamata che lei stessa ha fatto al 112, dopo l'aggressione. Una frase che lascerebbe pensare a un rapporto tra carnefice e vittima, spirata purtroppo prima di riuscire a raccontare la sua versione dei fatti.