Omicidio Verzeni, il 15enne minacciato da Sangare: “Mi ha chiesto se la mia maglia del Psg fosse vera”
Nella giornata di ieri, martedì 3 settembre, sono stati identificati i due minorenni che sarebbero stati minacciati da Moussa Sangare, accusato del femminicidio di Sharon Verzeni. La donna, una 33enne, è stata uccisa il 30 luglio scorso con alcune coltellate a Terno d'Isola (Bergamo). Dopo un mese di indagini, Sangare è stato individuato. Un ragazzino è già stato ascoltato dagli inquirenti. L'altro sarà convocato nei prossimi giorni. Il primo ha spiegato di non aver parlato per paura di ritorsioni. Ha raccontato cos'è accaduto quella sera.
Mezz'ora prima del femminicidio in strada, l'assassino era a Chignolo d'Isola (paese confinante con Terno). Il 29enne era in sella alla sua bicicletta e ha fermato il quindicenne, che si trovava con un amico, e che quel giorno indossava una maglia della squadra di calcio Paris Saint-Germain. "La tua maglia è autentica? Quanto costa?". L'adolescente, probabilmente spaventato dalla possibilità di essere rapinato, avrebbe detto una bugia: "È tarocca". A quel punto Sangare ha sfilato un grosso coltello: lo ha mostrato ai due e poi ha ripreso a pedalare.
Con quell'arma ha poi sferrato alcuni colpi alla gola di una statua di un parco pubblico per esercitarsi e poi ha ucciso Verzeni. Lo ha poi sotterrato vicino alla sponda del fiume Adda. È stato lui stesso a indicare dove si trovasse ai carabinieri. Quando lo hanno recuperato, i militari hanno trovato anche una collanina che l'uomo indossava proprio la notte del 30 luglio.
Sangare ha già svolto l'interrogatorio davanti alla giudice per le indagini preliminari Raffaella Mascarino che ha poi convalidato il fermo. È stato inoltre trasferito dal carcere di Bergamo per ragioni di sicurezza dopo che alcuni detenuti lo hanno insultato e hanno lanciato i fornelli a gas e si sarebbero organizzati per far altro nella notte.