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Omicidio Sharon Verzeni, la proprietaria del box sequestrato: “Mai dato a nessuno, lo usiamo per gli addobbi di Natale”

La proprietaria del garage posto sotto sequestro dai carabinieri, che indagano sulla morte di Sharon Verzeni, spiega che il box non lo hanno dato a nessuno. All’interno i militari hanno trovato una brandina e alcuni cellulari.
A cura di Giorgia Venturini
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"Io lo uso una volta l'anno per gli addobbi di Natale". Alla trasmissione tv "Morning News" parla la proprietaria del garage posto sotto sequestro dai carabinieri che indagano sulla morte di Sharon Verzeni, la 33enne uccisa a coltellate durante una passeggiata poco dopo mezzanotte a Terno d'Isola, in provincia di Bergamo. Chi sia il suo assassino è ancora un mistero. Le indagini però proseguono e al momento a destare sospetti c'è questo box: ma anche in questo caso cosa c'entri con il presunto killer non è dato a sapersi.

"Non mi sono data una spiegazione neanche io, sono sconvolta", precisa la proprietaria ai microfoni della trasmissione. E ancora: "Non so perché si siano concentrati sul mio garage. Io lo uso una volta l'anno per gli addobbi di Natale. I carabinieri hanno chiesto a tutti i condomini di aprire i box, solo che nel mio hanno trovato delle cose come se fosse stato occupato".

All'interno del box infatti non c'erano solo addobbi natalizi. I carabinieri hanno trovato una brandina per dormire, delle magliette e dei telefoni cellulari. Segno che in questo box qualcuno ci dormiva, se non abitava in modo abusivo. "Penso che qualcuno lo abbia scassinato e ci sia entrato come fanno tante volte con le case", precisa ancora la proprietaria. La donna infine tiene a precisare che lei non ne sapeva assolutamente nulla: "Non lo abbiamo prestato a nessuno, che io sappia anche mio marito non lo ha prestato. Probabilmente entravano e uscivano di notte, senza essere visti".

Intanto negli ultimi giorni i carabinieri avrebbero trovato un coltello sporco e con una lama che sarebbe compatibile con le ferite riscontrate sul corpo di Sharon Verzeni. Prima però di considerare quel coltello sporco l'arma del delitto, bisognerà attendere le comparazioni di laboratorio con il profilo genetico della vittima, alla ricerca anche di eventuali tracce dell'aggressore.

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