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Omicidio di Sharon Verzeni a Bergamo

Omicidio Sharon Verzeni, la Procura: “Siamo ottimisti di poter arrivare presto alla soluzione del caso”

A un mese dall’omicidio di Sharon Verzeni, la 33enne accoltellata a Terno d’Isola (Bergamo), la procuratrice aggiunta Maria Cristina Rota ha fatto il punto della situazione. “Ci stiamo muovendo su più fronti, ma non ci sono indagati”, ha spiegato sostenendo che ci sarebbero “ragioni per essere moderatamente ottimisti”.
A cura di Enrico Spaccini
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A un mese esatto dall'omicidio di Sharon Verzeni non c'è un indagato, un movente e nemmeno un sospettato. Nessuna pista è stata formalmente esclusa e le ricerche dell'arma del delitto, nonostante l'uso di metal detector, non hanno dato ancora alcun frutto. Ieri, giovedì 29 agosto, la procuratrice aggiunta Maria Cristina Rota ha parlato per la prima volta da quando sono iniziate le indagini su quanto accaduto la notte tra il 29 e il 30 luglio a Terno d'Isola (Bergamo). Al termine di un colloquio con il procuratore titolare del fascicolo, Emanuele Marchisio, e con il comandante del reparto operativo dei carabinieri, Riccardo Ponzone, la procuratrice ha confermato come gli investigatori si stiano muovendo "su più fronti" e che comunque ci sarebbero "ragioni per essere moderatamente ottimisti di arrivare in tempi non lunghi alla soluzione del caso".

La ricerca del coltello ancora senza esito

Erano le 00:50 del 30 luglio quando Verzeni è stata uccisa con quattro coltellate in via Castegnate. Dopo 30 giorni di indagini, rilievi, colloqui e analisi di dispositivi vari non è stato trovato ancora nulla. È un mistero anche dove sia finita l'arma del delitto: un coltello da cucina che sembra scomparso nel nulla. In due giorni sono stati passati al setaccio decine di tombini in tutta Terno d'Isola, oltre al torrente Buliga e il parco che attraversa, considerate come possibili vie di fuga del killer.

Il metal detector è stato passato anche tra le siepi di via Merelli, intorno alla villetta dove Verzeni viveva insieme al suo compagno, Sergio Ruocco. Lo stesso 37enne ha fatto notare che in un mese quel coltello potrebbe essere finito ovunque: "Mi sembra un po' tardi, andava fatto prima", ha commentato, salvo poi correggersi con un "si vede che prima avevano cose più urgenti da controllare, non è il mio lavoro e non posso giudicare".

"Non ci sono ancora indagati"

Che ad oggi non c'è una pista privilegiata, lo ha confermato Rota: "Ci stiamo muovendo su più fronti", ha detto, il che vuol dire che non si sa se il delitto sia maturato nella sfera relazionale della vittima o se il responsabile sia da cercarsi tra la piccola criminalità di Terno. Una cosa è certa: "Non ci sono indagati", ha ribadito la procuratrice.

L'attenzione mediatica, specie nelle prime settimane, si è concentrata soprattutto sulla figura di Ruocco, il compagno di Verzeni con la quale progettava di sposarsi nel 2025. Gli stessi carabinieri lo hanno ripetutamente coinvolto nelle indagini e sentito varie volte in caserma, ma sempre come "persona informata sui fatti" e senza il supporto di alcun avvocato.

"Le numerose convocazioni sono state dettate dalla necessità di partecipare ad attività che richiedevano un accesso alla sua abitazione", ha spiegato Rota al Corriere della Sera: "Allo stato non ci sono elementi che possano far cambiare la sua posizione". Ruocco, intanto, ipotizza che a uccidere la sua compagna potrebbe essere stato "qualcuno che non conosceva Sharon". Un'ipotesi che, come le altre, non è possibile scartare e che, anzi, ad oggi sembrerebbe la più probabile dato che i vari colloqui e gli esami dei dispositivi della 33enne pare non abbiano portato alla luce nessun angolo oscuro della sua vita.

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