Omicidio Sharon, la perquisizione a casa con il compagno Sergio Ruocco: “Sapevano cosa prendere”
Il sopralluogo in casa dei carabinieri è durato solo pochi minuti, al massimo un quarto d'ora. "Ma sapevano quale oggetto prendere, non hanno toccato i computer", ha assicurato il compagno (non indagato) di Sharon Verzeni, che con la barista 33enne uccisa da un killer ancora senza nome nella notte del 30 luglio scorso condivideva l'appartamento di via Merelli a Terno d'Isola. Lo stesso paese della bergamasca dove la giovane donna è stata sorpresa e accoltellata a morte mentre passeggiava da sola tra la mezzanotte e le 00.50, e dove un assassino sconosciuto è riuscito a fuggire nel buio senza lasciare traccia.
Gli inquirenti, da ormai più di tre settimane, cercano così di scavare all'interno di quella che apparentemente sembra un'esistenza divisa tra casa, famiglia e lavoro. Sharon Verzeni, a detta di chi la conosceva bene, trascorreva infatti le sue giornate tra i preparativi del matrimonio con il fidanzato Sergio Ruocco, suo compagno da 13 anni, i genitori e i due fratelli Melody e Cristopher, i turni al bar pasticceria Vanilla di Brembate, pochissime amicizie personali.
L'ipotesi dell'appuntamento
In una vita così lineare, le uniche persone che la barista può aver conosciuto al di fuori della cerchia familiare potrebbero trovarsi proprio tra i clienti del bar, o alcuni membri di Scientology alla quale la giovane si era avvicinata di recente. Con qualcuno di loro, quella notte, potrebbe aver avuto un appuntamento: del resto Sharon, come confermato da genitori e compagno, aveva sì l'abitudine di camminare dopo cena per buttare giù qualche chilo in vista delle nozze, ma non usciva mai così tardi e soprattutto da sola, senza avvisare il compagno che, come emerso finora, già dormiva da almeno un paio d'ore.
Le indagini sul cellulare e sulle telecamere di zona
A confermare questa pista sarà solo il cellulare della 33enne, che in quei minuti notturni ha generato parecchio traffico. Così come le indagini dei carabinieri sulle telecamere intorno a via Castegnate, che hanno ripreso una ventina di persone ancora da identificare. Il luogo in cui è stata accoltellata Sharon, intanto, è l'unico non coperto dagli occhi elettronici: l'assassino era a conoscenza di questa coincidenza? O l'aggressione è stata casuale?
L'ultima frase di Sharon: conosceva il suo assassino
Difficile da credere. Quel che sembra ormai quasi certo, infatti, è che la barista conoscesse in realtà il suo carnefice. "Mi ha accoltellata", ha detto ai soccorritori del 112 subito dopo le quattro coltellate che, nel giro di pochi minuti, le hanno fatto perdere la vita. Un'accusa precisa verso un soggetto definito, rimasto senza identità per mancanza di tempo.
La 33enne non ha gridato, non ha chiesto aiuto. L'azione è stata fulminea, quasi un'esecuzione. Per chi indaga, il suo aggressore si sarebbe liberato del coltello (una grossa lama da cucina) negli immediati dintorni di via Castegnate, ora battuti a tappeto con il metal detector.