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Omicidio di Sharon Verzeni a Bergamo

Omicidio Sharon Verzeni, il rebus sulla fuga del killer: al vaglio le immagini riprese da 50 telecamere

Ci sono ancora molte domande senza risposta sul femminicidio di Sharon Verzeni, la 33enne uccisa a Terno d’Isola (Bergamo). Gli inquirenti stanno analizzando le immagini riprese da 50 telecamere.
A cura di Ilaria Quattrone
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Sono ancora troppi i nodi da sciogliere sul femminicidio di Sharon Verzeni, la donna di 33 anni che è stata accoltellata sulla strada di via Castegnate a Terno d'Isola (Bergamo). Gli inquirenti non hanno ancora trovato l'arma del delitto e soprattutto non hanno individuato il killer. Al vaglio ci sono i frame registrati da ben cinquanta telecamere installate sia dall'amministrazione comunale che dai proprietari di alcune abitazioni presenti sulla via che quelle presenti nei Comuni limitrofi.

Saranno analizzate le registrazioni effettuate un'ora prima o un'ora dopo il delitto. Gli esperti di crimini violenti del Ros sono stati chiamati dalla Procura anche per mettere a disposizione le attrezzature informatiche che possono migliorare la qualità delle immagini in notturna.

Eppure, almeno per ora, nessuna di loro avrebbe ripreso il momento dell'aggressione o la fuga dell'assassino. È possibile che il killer fosse a conoscenza di questo elemento. Le telecamere vicine all'abitazione della 33enne hanno ripreso il momento in cui è uscita da sola e senza il compagno.

I filmati registrati dalla telecamera pubblica all'angolo tra via Castegnate e piazza VII Martiri restituiscono solo l'immagine di Verzeni mentre cammina da sola. Nei due-tre minuti successivi, la donna ha chiamato i soccorsi affermando di essere stata accoltellata. L'aggressione è quindi avvenuta in un "punto cieco".

Le telecamere che invece sono rivolte sulla parte alta di via Castegnate, che è a senso unico fino a poco prima della piazza, hanno ripreso solo i mezzi dei soccorritori. Nessuna automobile sospetta si è infatti allontanata. Per poter scappare con una macchina è necessario spostarsi nella direzione opposta e precisamente in via Primo Maggio, che è dopo il luogo del delitto.

Questa via sbocca poi su un tratto di via Casolini dove però non ci sono telecamere, che sono invece installate in alcune vie limitrofe. È plausibile che il killer si sia allontanato a piedi. I carabinieri hanno ispezionato vicolo Castello dove ci sono ben tre dispositivi, le cui immagini sono ancora al vaglio degli inquirenti. È possibile anche che l'assassino si sia confuso tra le persone accorse sul luogo del delitto.

Per questo è fondamentale anche l'analisi dei telefoni e le testimonianze. Le uniche urla sentite sono in via Castegnate, ma solo quando la 33enne ha chiamato i soccorsi. Prima di allora nessuno ha sentito nulla. Due residenti, che vivono nel condominio dove è stato posto sotto sequestro un box, hanno sentito il rumore di una sgommata.

Gli inquirenti sono a lavoro su qualsiasi ipotesi: da quella relativa alla possibilità che l'assassino la conoscesse e fino al gesto di uno sconosciuto. Per il momento non sembrerebbero essere emerse ombre sulla vita della donna, che da un anno lavorava come barista. Non è ancora chiaro però perché un malvivente possa averla uccisa. Considerato che non sembrerebbe essere stata rapinata (la vittima aveva il cellulare quando sono arrivati i soccorsi) né un'aggressione a sfondo sessuale (non c'erano tracce di difesa e inoltre è stata colpita alle spalle).

Nel frattempo il sindaco di Terno d'Isola, Gianluca Sala, ha fatto sapere con un comunicato che negli ultimi cinque anni le telecamere del Comune sono salite da 16 a 54: "L'Amministrazione comunale è consapevole del sentimento di preoccupazione provato dalla cittadinanza ed è in costante coordinamento con le forze dell'ordine per ristabilire un clima di maggiore fiducia. Una tensione alimentata dagli episodi di degrado che sono segnalati sul nostro territorio da decenni".

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