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Antonio Loprete ucciso e fatto a pezzi dal figlio

Omicidio Sesto San Giovanni, padre e figlio non si parlavano: la casa trovata in condizioni pessime

Tra Gianluca e Antonio Loprete non c’erano rapporti. Il figlio che ha ucciso il padre non covava odio, ma lo ignorava. Questo quanto raccolto da Fanpage.it a seguito dell’omicidio di stamattina a Sesto San Giovanni.
A cura di Filippo M. Capra
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Non si parlavano ma non si odiavano. Si ignoravano del tutto. È questa la descrizione che i vicini di casa di Gianluca e Antonio Loprete, assassino e vittima dell'omicidio andato in scena stamattina a Sesto San Giovanni, forniscono a Fanpage.it del rapporto tra padre e figlio. Il diciannovenne viveva con il 57enne dopo che questi si era separato dalla moglie, una donna ecuadoriana ora residente a Bolzano.

Padre e figlio non avevano rapporti, casa trovata in condizioni pessime

L'appartamento condiviso con il genitore è stato trovato dai carabinieri in condizioni pessime: sporco, non curato. Come se nessuno dei due avesse a cuore i locali vissuti da entrambi sin dal primo lockdown. Antonio Loprete, bancario, risultava essere in uno stato di depressione. Di Gianluca, invece, si sa che soffre di problemi psichiatrici e che è in cura da quando era bambino. I carabinieri che stanno indagando sull'accaduto non hanno ancora un movente: non è chiaro se l'omicidio sia arrivato al culmine di una lite o per un raptus del 19enne. Questi, dopo aver chiamato il 112 avvisando di aver ucciso il padre, ha confermato la sua confessione ai militari intervenuti in via Saint Denis 9, dicendo di aver "fatto una cazzata, l'ho accoltellato". Il cadavere di Antonio è stato trovato nella camera da letto, fatto a pezzi. Per stabilire causa e morte del decesso è arrivato il medico legale. Il ragazzo è ora in attesa di essere interrogato dal pubblico ministero della Procura di Monza Carlo Cinque.

I vicini avevano denunciato il ragazzo

Come raccolto da Fanpage.it, inoltre, i vicini di casa di Gianluca e Antonio Loprete avevano presentato un esposto contro il diciannovenne durante il primo lockdown. La denuncia si era resa necessaria a seguito di alcuni festini organizzati in casa dal ragazzo nonostante tutti i divieti imposti dall'allora Governo Conte.

Ha collaborato Simone Giancristofaro

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