Omicidio Sesto San Giovanni, il 19enne che ha fatto a pezzi il padre: si cerca ancora l’arma del delitto
"Ho fatto una cazzata. Ho commesso un omicidio": sono state le uniche parole che Gianluca Loprete, il ragazzo di 19 anni arrestato con l'accusa di aver ucciso e fatto a pezzi il padre, ha pronunciato ai primi carabinieri arrivati sul posto nella giornata di domenica, 12 giugno. Da quel momento, è stato il silenzio: solo qualche monosillabo, ma nulla di più. Non una parola ai carabinieri né al pubblico ministero o al suo avvocato. Nemmeno alla psichiatra del carcere dove si trova adesso. Quando gli altri carabinieri sono arrivati, il 19enne era tranquillo.
Si attendono i risultati dell'autopsia
In attesa di capire cosa possa essere successo, si attendono i risultati dell'autopsia che – come appreso da Fanpage.it – arriveranno a metà settimana, presumibilmente nella giornata di giovedì. Il medico legale dovrà pronunciarsi sulla compatibilità delle lesioni presenti sul cadavere. In questo modo si potrà risalire all'arma del delitto. In casa sono stati sequestrati solo alcuni coltelli: non sono state trovate altre armi. Per cercare di capire quale possa essere il movente, gli inquirenti hanno ascoltato alcuni famigliari e parenti.
La depressione del padre
La madre ha raccontato che negli ultimi tempi, il ragazzo lamentava di dover fare tutto lui in casa. Il 19enne era seguito fin da bambino dal Cps, per dei disturbi psichici. Per questo motivo, probabilmente sarà disposta nei prossimi giorni una perizia psichiatrica. Anche il padre, bancario 57enne, soffriva di depressione e prendeva dei farmaci: la malattia sarebbe stata scaturita sia dalla fine del matrimonio che dalla morte del padre. L'uomo, ex poliziotto e residente a Sesto, si è tolto la vita nei primi anni duemila.