Omicidio Sara Centelleghe, uccisa dal vicino di casa 19enne: la ricostruzione minuto per minuto
L'ha prima tramortita a pugni, poi uccisa con una trentina di forbiciate al viso e al collo. In poco più di dieci minuti Jashandeep Badhan, 19 anni, nella notte tra venerdì 25 e sabato 26 ottobre a Costa Volpino (Bergamo) ha massacrato la vicina di casa coetanea Sara Centelleghe, che in quel momento si trovava già a letto mentre l'amica con cui stava trascorrendo la serata era al di fuori dallo stabile. Era sola in casa, come Badhan sapeva bene: è stato proprio lui, secondo quanto emerso dalle indagini del Nucleo investigativo e del pm Gianpiero Golluccio, ad attirare fuori casa la ragazza che era con lei.
Una scarica di violenza inaudita e al momento ancora senza spiegazioni. "La situazione gli è sfuggita di mano", ha commentato il suo legale Fausto Micheli. Il ragazzo, di cui il gip ha sottolineato il "disagio psicologico" e il problematico contesto di provenienza, si trova ora sotto osservazione per capire se le sue condizioni siano compatibili con la detenzione in carcere. È accusato di omicidio volontario, aggravato dalla crudeltà, per essersi accanito sul corpo di Sara con pugni e decine di forbiciate.
Perché l'omicida, che conosceva Sara solo di vista, si è scagliato con così tanta brutalità contro di lei? Cosa ci faceva nell'appartamento della ragazza, che cosa stava cercando? Perché ha allontanato l'amica, facendo sì che Sara rimasse sola?
La serata tra amiche a casa di Sara Centelleghe
È venerdì 25 ottobre. Sara Centelleghe e l'amica S., 17 anni, si accordano per trascorrere una serata insieme a casa della stessa Sara, un appartamento in via Nazionale a Costa Volpino, a due passi dal lago d'Iseo. La mamma della ragazza sarà fuori casa, e dormirà dal compagno. Dal tardo pomeriggio le due si mettono a studiare, e intorno alle 7 di sera cenano. Dopo il pasto Sara continua a studiare fino alle 22 circa, poi le amiche si mettono a chiacchierare, mettersi la crema e guardare insieme le foto al telefono.
Sara, verso le 23, si mette il pigiama e va a letto. La mattina dopo ha lezione a scuola, e non può fare tardi. Intorno a mezzanotte, invece, l'altra ragazza riceve dei messaggi da un conoscente. Si chiama Jashandeep Badhan, ha 19 anni e abita nella palazzina di fronte a loro.
L'incontro mancato tra l'amica di Sara e Jashandeep Badhan
Su questo punto gli inquirenti stanno ancora cercando di fare chiarezza. Stando ai fatti per ora accertati dall'attività investigativa, Jashandeep Badhan scrive all'amica S., e i due si sentono attraverso diversi messaggi e chiamate vocali su Whatsapp mentre Sara si è ormai addormentata. Il 19enne, che quella sera è stato in giro con gli amici a bere e consumare droga, dà appuntamento alla giovane sotto casa: forse per un presunto scambio di sostanze, ancora da accertare.
L'amica, quindi, esce dall'appartamento del terzo piano e lascia la porta aperta, portandosi dietro le chiavi: aspetterà Badhan per più di mezzora, senza vederlo mai arrivare. Agli inquirenti racconta di essere scesa in strada per comprare un energy drink al distributore automatico di bibite che si trova a pochi metri dall'ingresso del palazzo di via Nazionale, e di aver temporeggiato fumando una sigaretta sulle scale prima di rincasare.
Le ultime parole di Sara: "Chi sei?"
Sara, in quei momenti intorno alle 1 di sabato 26 ottobre, è da sola in casa, addormentata nel suo letto ormai da tanto tempo. Viene svegliata di soprassalto da alcuni rumori: è Jashandeep Badhan che, invece di recarsi all'appuntamento con S. in via Nazionale, ha fatto irruzione nell'appartamento del terzo piano. Sa dove abita Sara, l'ha vista più volte dal balcone di fronte al suo. E sa che quella sera la madre non c'è: l'ha chiesto apposta all'amica, prima di attirarla all'esterno. Sa, insomma, di avere campo libero. "Chi sei?", gli chiede lei ancora assonnata, con il pigiama addosso, quando lui le piomba in camera.
Qui il racconto dell'aggressore si fa confuso. "Stavo cercando della droga, non c'è stato nessun approccio sessuale", dirà. Secondo quanto emerso finora, prima cerca di stordire la ragazza con una scarica di pugni, poi corre in cucina e agguanta un paio di forbici trovate all'interno di un cassettone: con quelle si accanisce contro la 18enne, massacrandola con decine e decine di fendenti e uccidendola nel giro di dieci minuti.
Il ritrovamento del corpo di Sara Centelleghe
L'amica di Sara torna a casa intorno alle 1.15. Il pomello della porta, il pavimento e le pareti mostrano già evidenti tracce di sangue: il corpo di Sara, straziato dai tagli a viso e torace, è steso in corridoio già senza vita, come se avesse tentato la fuga verso l'esterno. Dopo aver allertato i vicini con le sue urla, chiedendo aiuto in preda alla disperazione, alle 1.18 la ragazza chiama i soccorsi. È tutto inutile: la 18enne, che avrebbe compiuto gli anni dopo pochi giorni, non respira più, e i sanitari possono solo dichiararne il decesso.
La confessione di Jashandeep Badhan
Jashandeep Badhan viene convocato in caserma la mattina seguente: all'inizio è solo una persona informata dei fatti. Il suo comportamento, però, insospettisce fin da subito i militari. Ha gli occhi rossi, è agitato e soprattutto tiene sempre le mani in tasca, come se volesse nascondere qualcosa. Quando le mostra agli inquirenti, su loro precisa richiesta, l'incontro prende tutta un'altra piega: la pelle è straziata da tagli e ferite recenti. Il giovane confessa nel giro di pochi minuti l'omicidio di Sara, facendo ritrovare nella sua cameretta i vestiti intrisi di sangue e il cellulare della vittima, nascosti in uno zaino.