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Omicidio Sara Centelleghe

Omicidio Sara Centelleghe, la droga trovata tra i rifiuti e il cellulare rubato: tutti i punti irrisolti

La droga gettata dal presunta omicida tra i rifiuti e il cellulare della vittima che sarebbe stato rubato: restano ancora dei punti da chiarire sull’omicidio di Sara Centelleghe.
A cura di Giorgia Venturini
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Sara Centelleghe
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Nella giornata di ieri 31 ottobre i carabinieri hanno fatto un altro sopralluogo nella casa di Sara Centelleghe, la ragazza di 18 anni uccisa con 70 colpi di forbici dal presunto omicida Jashan Deep Badhan. Il 19enne avrebbe ammesso quanto accaduto, ma ci sono ancora punti irrisolti. Primo tra tutti il movente: cosa avesse spinto il giovane a entrare nell'appartamento della ragazza resta ancora in parte un mistero. Così come la droga trovata in un cassonetto e il cellulare della vittima che sarebbe stato rubato dal giovane con la speranza forse di eliminare tracce del suo passaggio nella casa. Ma cosa è successo veramente quella notte?

Stando alla ricostruzione dei fatti, la vittima e il suo presunto assassino non si conoscevano. Badhan però sarebbe stato in accordo con l'amica di Sara di vedersi: l'altra ragazza infatti quella sera era a casa della vittima, poi sarebbe uscita dall'appartamento per fumare una sigaretta. Dai primi accertamenti è emerso che Badhan avrebbe dovuto scambiare della droga con l'amica 17enne della vittima: per gli inquirenti i 64 grammi di hashish trovati in un cestino della spazzatura, insieme a un bilancino di precisione, potevano appartenere alla minorenne. Resta invece ancora da capire l'origine e l'appartenenza dei 30 grammi di marijuana trovata in casa.

Sara quella sera avrebbe sorpreso il 19enne frugare in casa sua in uno zaino alla ricerca di sostanze stupefacenti. Tra lei e il 19enne sarebbe così nata una colluttazione: in un primo momento il giovane l'ha colpita più volte con dei pugni al volto. La 18enne sarebbe quindi caduta a terra, ma a questo punto Badhan non se ne sarebbe andato. Avrebbe afferrato le forbici dal cassetto della cucina e avrebbe colpito 70 volte la giovane tanto da massacrarle il cranio. Poi è fuggito via e avrebbe gettato la droga in un cassonetto. A trovare il corpo della vittima è stata l'amica che nel frattempo era rientrata nell'appartamento. Purtroppo però, nonostante il tempestivo intervento dei sanitari, nulla è stato possibile per salvarle la vita.

Intanto poche ore dopo l'omicidio il 19enne è stato portato nella caserma dei carabinieri di Clusone che indagano sull'assassinio. Il giovane si è presentato con le mani fasciate e in tasca della felpa: i militari hanno subito iniziato a insospettirsi. E quando gli hanno chiesto spiegazioni delle ferite, il 19enne avrebbe confessato. Il giudice per le indagini preliminari Alessia Solombrino ha disposto per lui il monitoraggio psichiatrico per i prossimi 30 giorni perché presenterebbe i sintomi di "una totale mancanza di autocontrollo e di una personalità violenta". Resta inoltre in carcere perché c'è il pericolo di reiterazione.

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