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Omicidio San Giuliano Milanese, confessa il compagno di Luljeta: uccisa dopo una lite per gelosia

Il compagno di Luljeta Heshta, la donna uccisa con 5 coltellate alle gambe e alla schiena in una rotonda sulla strada provinciale 40 tra San Giuliano Milanese e Melegnano lo scorso 7 febbraio, ha confessato l’omicidio. Dopo mesi in un interrogatorio in carcere a Pavia Kipe Alfred ha raccontato agli inquirenti di aver accoltellato la compagna al termine di una lite per gelosia.
A cura di Giorgia Venturini
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Ha confessato dopo mesi Kipe Alfred, arrestato lo scorso 7 febbraio dai Carabinieri di San Donato Milanese, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Lodi, perché ritenuto responsabile dell'omicidio della sua convivente Luljeta Heshta. Il femminicidio risale allo scorso 7 febbraio quando la donna è stata uccisa con 5 coltellate alle gambe e alla schiena in una rotonda sulla strada provinciale 40 tra San Giuliano Milanese e Melegnano. Oggi il compagno della 47enne di origine albanese ha confessato tutto durante l'interrogatorio nel carcere di Pavia: ha raccontato di aver commesso l'omicidio al termine di una lite scoppiata per motivi di gelosia.

A incastrare l'omicida anche un video girato da alcuni testimoni

A incastrare l'uomo era già stato un filmato girato da alcuni testimoni in cui si lo si vede avvicinarsi alla vittima con abiti scuri e poi allontanarsi. Per lui dodici ora dopo l'omicidio era stato già fermato: durante il primo interrogatorio Kipe aveva risposto a tutte le domande degli inquirenti, ma senza confessare l'omicidio. L'unica ammissione era stata quella sui frequenti litigi per motivi di gelosia nonostante i venti anni di convivenza. La coppia viveva in zona Corvetto, mentre vivono in Albania i due figli avuti entrambi da precedenti relazioni. Nonostante i litigi frequenti, agli inquirenti non risultavano precedenti denunce per maltrattamento e violenza domestica. Oltre alcuni video, a incastrare l'uomo erano stati anche i racconti dei testimoni oculari dell'omicidio – almeno due – e il suo cellulare che era stato agganciato sul luogo e proprio all'ora dell'aggressione. Ora è arrivata anche la confessione.

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