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Omicidio Roberto Bolzoni, al via i nuovi accertamenti sulle tracce trovate nell’auto del 60enne

Nella giornata del 27 febbraio verranno eseguito prelievi “non ripetibili” dall’auto in cui è stato trovato morto Roberto Bolzoni il 18 febbraio a Lodi. Intanto, si attende la decisione del gip sulla convalida dei fermi dei due sospettati.
A cura di Enrico Spaccini
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Roberto Bolzoni
Roberto Bolzoni

Verranno fatti prelievi "non ripetibili" dall'auto in cui martedì 18 febbraio è stato trovato senza vita Roberto "Rambo" Bolzoni. Secondo gli inquirenti, il 60enne è stato ucciso con almeno 35 coltellate proprio all'interno della sua vettura parcheggiata in piazza Omegna a Lodi. Da savato 22 febbraio sono accusati di omicidio e rapina Roberto Zuccotti e Andrea Gianì: durante gli interrogatori di convalida, il primo si è avvalso della facoltà di non rispondere mentre il secondo ha ribadito la propria estraneità ai fatti. L'obiettivo dei nuovi accertamenti è confrontare le tracce con quelle trovate sugli indumenti dei due fermati e verificare se ce ne siano altre al momento sconosciute.

Il 48enne Zuccotti e suo nipote 29enne Gianì sono stati fermati nella serata del 22 febbraio. Gli investigatori sono arrivati a loro perché all'interno della Volkswagen Golf di Bolzoni sarebbero state trovate le impronte digitali del più grande dei due, che ha alle spalle precedenti per spaccio. I tre si conoscevano da qualche mese, frequentavano lo stesso centro scommesse e a volte Bolzoni li passava a prendere con la sua auto.

Sono state proprio le telecamere del centro scommesse di via Villani ad aver inquadrato per l'ultima volta Bolzoni ancora vivo, poco dopo le 18 di domenica 16 febbraio. Il 60enne era salito sulla sua auto insieme a Zuccotti e Gianì. Secondo gli inquirenti, in quei minuti si sarebbe consumato l'omicidio, con un coltello di piccole dimensioni non ancora trovato, e la rapina del portafoglio, cellulare, anello, collanina d'oro e chiavi dell'auto. Gli investigatori avrebbero poi trovato tracce di sangue umano sulle scarpe dei sue sospettati, nonostante pare avessero cercato di lavarle.

Mentre Zuccotti si è avvalso della facoltà di non rispondere sia al primo interrogatorio davanti ai carabinieri dopo il fermo sia davanti al gip per la convalida, Gianì ha sempre dichiarato la propria estraneità ai fatti. Il 29enne, infatti, avrebbe detto di essere salito nell'auto di Bolzoni, ma di non aver partecipato in alcun modo all'omicidio. Come riportato da Il Cittadino di Lodi, i prelievi "non ripetibili" che verranno effettuati il 27 febbraio sull'auto della vittima serviranno per isolare altre tracce ematiche e materiale biologico che potrebbero servire agli inquirenti per avere un'idea più chiara di quanto è accaduto il 16 febbraio.

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