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Omicidio Mykola Ivasiuk, la pm ricorre contro la scarcerazione dell’amico del 37enne

Mykola Ivasiuk è morto lo scorso 19 agosto in seguito a una rissa in un bar di Casazza (Bergamo). La gip aveva respinto la richiesta di convalida dell’arresto del suo amico 29enne, ma per la pm anche lui avrebbe contribuito a renderlo “innocuo e inerme”.
A cura di Enrico Spaccini
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Mykola Ivasiuk (foto da Facebook)
Mykola Ivasiuk (foto da Facebook)

La pm di Bergamo, Silvia Marchina, si oppone alla scarcerazione del 29enne accusato di concorso nell'omicidio preterintenzionale di Mykola Ivasiuk. Il 37enne è morto la sera del 19 agosto fuori dal ‘Rosy bar' di Casazza (in provincia di Bergamo) in seguito a una rissa. Il 29enne era stato fermato subito, in quanto era rimasto accanto al 37enne, suo amico, in attesa dell'arrivo dei soccorsi. Stando a quanto ricostruito dalle indagini, anche lui, però, lo avrebbe colpito all'interno del bar, prima che Mohamed Amine M., il 32enne ancora in fuga, gli spaccasse un bicchiere sulla nuca. Per questo motivo, secondo Marchina l'arresto del 29enne andrebbe convalidato e così ha depositato ricorso contro la decisione della gip Lucia Graziosi di scarcerazione.

Il ruolo del 29enne nella morte di Mykola Ivasiuk

Secondo la pm, la "sola" visione delle immagini delle telecamere mostrerebbe che le "azioni aggressive" compiute dai due indagati, il 29enne di origine calabrese e residente in Brianza e il 32enne marocchino ancora in fuga, sarebbero state "contemporanee e contestuali". Quindi, ha spiegato Marchina nel suo ricorso, non dovrebbero essere "valutate in maniera atomistica e parcellizzata" in quanto entrambe finalizzate a "rendere innocua e inerme" la vittima, facendole del male, "per allontanarla dal bar".

Durante l'interrogatorio di convalida davanti alla gip, il 29enne aveva dichiarato di aver colpito Ivasiuk solo con uno schiaffo con l'intento di calmarlo, in quanto era ubriaco e stava infastidendo gli altri clienti del ‘Rosy bar'. Il suo avvocato, Pietro Furnaro, ha detto che presenterà le sue contro argomentazioni quando sarà fissata la data dell'udienza.

La ricerca di Mohamed Amine

Sono ancora in corso, invece, le indagini per rintracciare Mohamed Amine M. Sarebbe stato lui a spaccare un bicchiere sulla nuca di Ivasiuk, cosa che probabilmente ha causato l'emorragia cerebrale che ha portato alla morte del 37enne.

L'auto con cui è fuggito, una Ford C-Max, è stata ritrovata nei giorni scorsi a Martinengo, nella Bassa bergamasca. Il proprietario del veicolo è il 46enne di Spinone che, al momento, risulta indagato per favoreggiamento. Anche lui, arrestato poche ore dopo la rissa, è stato scarcerato in quanto avrebbe prestato l'auto al 32enne alcuni giorni prima.

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