video suggerito
video suggerito
Omicidio Rozzano

Omicidio Manuel Mastrapasqua, il 19enne Daniele Rezza: “Volevo costituirmi ma i miei genitori non mi credevano”

L’interrogatorio di Daniele Rezza, che la notte di venerdì 11 ottobre a Rozzano (Milano) ha ucciso Manuel Mastrapasqua per un paio di cuffie. “Avevo raccontato di aver tirato una coltellata a un ragazzo. Mio padre diceva: Sarà stato qualcun altro… i miei avevano capito tutto, credo non volessero accettarlo”
A cura di Francesca Del Boca
256 CONDIVISIONI
Daniele Rezza
Daniele Rezza
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

Si trova in carcere con l'accusa di omicidio volontario e rapina Daniele Rezza, il 19enne che la notte di venerdì 11 ottobre in viale Romagna a Rozzano (Milano) ha ucciso con una coltellata al petto Manuel Mastrapasqua, magazziniere 31enne che stava tornando a casa dopo il turno serale al supermercato: il ragazzo è stato fermato dalla polizia ferroviaria alla stazione Alessandria mentre tentava la fuga verso Torino, e da lì oltre i confini dell'Italia.

Al vaglio degli inquirenti al momento, però, c'è anche la posizione dei genitori del giovane, e in particolare del padre. Si sono resi conto di quanto era successo? Hanno in qualche modo aiutato il figlio a nascondersi e scappare, senza fare parola con le forze dell'ordine dei dubbi e dei buchi neri nel racconto del 19enne?

Nelle prime ore della mattina di venerdì, quando i genitori leggono della notizia del ritrovamento di un cadavere a Rozzano, "mio padre diceva sarà stato qualcun altro e io dicevo forse sono stato io, gli ho detto che avevo tirato una coltellata a un ragazzo, ma mio padre era convito fosse stato qualcun altro. Avevano capito tutto, ma credo non volessero accettare la cosa", racconta Rezza durante l'interrogatorio.

"Alla fine quella mattina gliel’ho detto a mio padre che ero stato io, ma lui non ci credeva. Non ero molto lucido. Quando ho conficcato il coltello ho sentito solo un sospiro, qualcosa, e da lì sarà caduto a terra ma non ci ho fatto caso, perché sono scappato subito. Io volevo già andarmi a costituire la sera stessa ma i miei genitori non ci credevano". Poi Rezza cambia idea. "La mattina del 12 ottobre volevo solo scappare, avevo cambiato idea. Ho detto a mio padre di buttare le cuffie nel cassonetto".

"È rientrato a casa e mi aveva detto che aveva fatto a botte con un altro ragazzo, pensavo scherzasse", è invece la versione del padre. "Mi ha detto che forse gli aveva tirato una pugnalata, poi si è messo a ridere. Gli ho detto di smetterla di scherzare e poi sono andato a letto". L'uomo, cassiere in un supermercato di Milano, il giorno dopo butta in un cestino le cuffie che il figlio ha rubato a Manuel. "Quando ho saputo dell'omicidio ho iniziato a collegare, ma non sapevo cosa fare. Vedevo mio figlio nervoso, non capivo se era stato lui: prima di diceva di sì, poi di no".

I carabinieri, in casa della famiglia Rezza, troveranno anche la tuta che il giovane indossava quella notte. È stesa in mezzo ai panni del bucato, appena lavata dalla madre che ha eliminato ogni traccia di sangue. "Noi non sapevamo niente", si è difesa intanto la donna.

256 CONDIVISIONI
17 contenuti su questa storia
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views