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Omicidio Lidia Peschechera, chiesta anche in Cassazione la conferma a 20 anni per il fidanzato

La Procura ha chiesto alla Corte di Cassazione di confermare la pena di venti anni di carcere per Alessio Nigro, il 30enne condannato in primo e in secondo grado per l’omicidio della fidanzata Lidia Peschechera.
A cura di Ilaria Quattrone
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La procuratrice generale Antonietta Picardi ha chiesto alla Corte di Cassazione di confermare la condanna a venti anni di carcere per Alessio Nigro, il trentenne che è stato condannato sia in primo che in secondo grado per l'omicidio della fidanzata Lidia Peschechera. La donna è stata strangolata nella notte del 12 febbraio 2021 nella sua casa di via Depretis al Ticinello (Pavia).

In primo grado era stato riconosciuto un vizio parziale di mente

In primo grado la Corte d'Assise di Pavia aveva condannato Nigro a venti anni di carcere e aveva riconosciuto un vizio parziale di mente. In secondo grado è stata confermata la pena, ma è stato sostenuto che la condizione psichica dell'imputato nulla c'entrava con il delitto.

L'avvocato difensore, Giovanni Caly, ha così contestato le conclusioni della Corte d'Assise d'Appello presentando ricorso in Cassazione. In primis, per il legale, la quantificazione della pena non è corretta perché, tenuto conto del vizio di mente, doveva essere ridotta. Di parere opposto la procuratrice che ha sostenuto che entrambi i verdetti hanno tenuto conto della capacità alterata del trentenne.

La difesa chiede di riconoscere l'elemento della provocazione

Il secondo punto riguarda l'elemento della provocazione: la difesa ha infatti sostenuto che dovesse essere riconosciuto come attenuante perché Nigro avrebbe agito durante un litigio con la fidanzata che lo aveva colpito con una spazzola. Per la procuratrice, invece, lo strangolamento non può essere paragonato a un lancio di oggetti: "L'azione è stata considerata consapevole".

La decisione della Corte di Cassazione è prevista per il 31 ottobre. Si deciderà anche per i risarcimenti civili. In secondo grado sono stati riconosciute le provvisionali da quarantamila e trentamila euro sui risarcimento dell'ex marito, della sorella e della madre.

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