Omicidio Laura Ziliani, va a processo il “trio criminale”: non è stata chiesta la perizia psichiatrica
È arrivata l'ufficialità del rinvio a giudizio per il "trio criminale" accusato di aver ucciso Laura Ziliani la notte dell'8 maggio dello scorso anno. Anche per la seconda udienza preliminare le due figlie dell'ex vigilessa di Temù Paola e Silvia Zani e il fidanzato della maggiore Mirto Milani si sono presentati in aula per attendere la decisione del giudice per udienza preliminare Gaia Sorrentino. Il rinvio a giudizio è avvenuto senza che gli avvocati della difesa abbiamo mai chiesto la perizia psichiatrica. Il "trio criminale" tornerà in aula al Tribunale di Brescia il prossimo 27 ottobre per la prima udienza della fase dibattimentale. Davanti al giudice per tutto il processo dovranno rispondere di omicidio volontario aggravato e soppressione di cadavere.
La confessione di Mirto Milani
Il rinvio a giudizio arriva a pochi giorni dopo la confessione di Mirto Milani e delle sorella Zani: il primo a raccontare tutto agli investigatori è stato il ragazzo dopo una prima confessione spontanea con il suo compagno di cella, senza sapere di essere intercettato. Il trio avrebbe prima stordito la donna con un muffin al benzodiazepine e poi l'avrebbero tentato di soffocarla prima a mani nude e poi avvolgendole un sacchetto di plastica sopra la testa. I dubbi ora è che Laura Ziliani possa essere stata seppellita viva. Il movente dell'omicidio sarebbe da ricondurre a motivi economici: i tre infatti volevano mettere le mani sul patrimonio immobiliare della donna. Lo avrebbero rivelato le stesse sorella durante una conversazione intercettata: le due indagate esprimevano la volontà di impossessarsi del canone d'affitto di alcuni appartamenti. A settembre dello scorso hanno per loro erano scattate le manette.