Omicidio Laura Ziliani, pista satanica e messe nere: ecco cosa c’è di vero
L'ipotesi della pista satanica relativamente al caso di Laura Ziliani, la donna di 56 anni scomparsa l'8 maggio scorso da Temù (Brescia), non è al momento al vaglio degli inquirenti: secondo quanto apprende Fanpage.it, i carabinieri non stanno indagando su un ipotetico coinvolgimento di una setta o di eventuali riti esoterici. Sembrerebbe infatti che a Temù sia persistente la voce secondo la quale Mirto Milani, il fidanzato di Silvia Zani arrestato insieme alla ragazza e alla sorella minore Paola Zani con l'accusa di aver ucciso Ziliani e averne occultato il cadavere, facesse parte di una setta e praticasse magia nera.
La struttura abbandonata
A Temù infatti esiste una struttura abbandonata che, oltre a trovarsi a trecento metri dal luogo del ritrovamento del corpo di Ziliani, sarebbe – secondo alcuni cittadini – sede di riti satanici, croci al contrario e simboli che si riferiscono alla magia nera. Gli stessi affermano di essere venuti a conoscenza di come il ragazzo partecipasse da tempo a questi riti. Per il momento però, secondo quanto appreso da Fanpage.it, gli inquirenti non stanno svolgendo indagini in merito.
La caduta dei capelli conseguenza della morte
Anche il ritrovamento del cadavere senza capelli non è da imputare a un'eventuale rasatura come conseguenza di un qualche rito: l'esame dell'autopsia, che era stato svolto ad agosto scorso, aveva infatti spiegato che la caduta dei capelli fosse dovuta a una conseguenza della morte. Il corpo è stato infatti trovato, seppur in parte mummificato, in stato di decomposizione. Per capire, come ipotizzano gli inquirenti, se il cadavere sia stato nascosto in qualche luogo sono necessari ulteriori accertamenti: "Per esempio sullo studio degli insetti o sul loro ciclo di crescita. Attraverso queste informazioni – ha spiegato a Fanpage.it, il generale dei carabinieri Luciano Garofano – si potrà capire se l’ipotesi che il cadavere sia stato mantenuto altrove, prima del ritrovamento, possa essere credibile".