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Omicidio Laura Ziliani, per la prima volta il “trio criminale” in aula: cosa è successo nella prima udienza

Non è stata chiesta nessuna perizia e i famigliari si sono costituiti parte civile: ecco cosa è successo nella prima udienza sul caso della morte di Laura Ziliani.
A cura di Giorgia Venturini
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Si sono ritrovati tutti e tre di nuovo insieme: in un aula di Tribunale si è ricompattato il "trio criminale" di Temù. Paola e Silvia Zani non vedevano più Mirto Milani dal 24 settembre scorso,  da quando per loro tre era scattato l'arresto con l'accusa di aver ucciso Laura Ziliani, madre delle due indagate, l'8 maggio dello scorso anno. Lunedì 27 giugno si sono aperte le porta per l'udienza preliminare terminata con un rinvio al prossimo 4 luglio. Durante la prima udienza alla presenza di tutti e tre gli indagati si sono svolte le questioni preliminari: il fratello, la madre e la terza figlia della Ziliani si sono costituiti parte civile. Fino ad ora gli avvocati dei tre non hanno chiesto nessuna perizia. Spetta ora decidere al giudice per l'udienza preliminare del Tribunale di Brescia Gaia Sorrentino accogliere o meno la richiesta della Procura di rinvio a giudizio.

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La confessione dell'omicidio

Gli indagati hanno confessato l'omicidio a pochi giorni dalla chiusura delle indagini: "Le abbiano dato i farmaci, poi le abbiano messo un sacchetto in testa e lo abbiamo chiuso. Laura non moriva e io e Silvia le abbiano stretto le mani al collo", ha raccontato per primo agli investigatori Mirto Milani, il fidanzato della maggiore delle due sorella ma amante anche della minore. Poche ore dopo è arriva la confessione anche delle due sorelle. Un piano studiato e pianificato nei minimi dettagli. I tre avevano già tentato di uccidere l'ex vigilessa di Temù il 16 aprile, pochi giorni prima: le avevano somministrato dei tranquillanti e sonnifero che l'avevano fatta dormire per due giorni di fila. Poi l'8 maggio l'omicidio.

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Il rapporto tra i tre indagati

Il movente sarebbe tutto da ricercare nel fattore economico. I tre da tempo volevano gestire il patrimonio delle donna e mettere le mani sull'eredità. A far preoccupare gli inquirenti è anche il rapporto che c'era tra gli indagati: sarebbe stato Mirto Milani a manipolare in parte le ragazze. Il ragazzo infatti avrebbe cercato anche in alcuni siti di crime come commettere il delitto perfetto e avrebbe in più occasioni detto alle due sorelle cosa fare durante i depistaggi. Tra i tre c'era un forte rapporto sentimentale: Silvia e Mirto erano fidanzati. Paola e Mirto, invece, alla richiesta dei militari di consegnare i loro cellulari, li avrebbero dati completamente ripuliti perché si vergognavano all'idea che altre persone potessero venire a conoscenza della loro relazione segreta. Un triangolo che però tutti sapevano: sia la sorella che la stessa Laura Ziliani. L'omicidio però è stato commesso per i soldi.

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