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Omicidio Laura Ziliani, oggi processo d’appello al “trio criminale”: Mirto Milani chiede la giustizia riparativa

Ha avuto inizio questa mattina venerdì 18 ottobre davanti alla Corte d’Assise d’appello di Brescia il processo al “trio criminale” ritenuto responsabile dell’omicidio di Laura Ziliani, l’ex vigilessa di Temù uccisa l’8 maggio 2021 dalle figlie Silvia e Paola Zani e dal fidanzato Mirto Milani.
A cura di Francesca Del Boca
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Ha avuto inizio questa mattina, venerdì 18 ottobre, davanti alla Corte d'Assise d'appello di Brescia il processo al "trio criminale" ritenuto responsabile dell'omicidio di Laura Ziliani, l’ex vigilessa di Temù uccisa l’8 maggio 2021 dalle figlie Silvia e Paola Zani e dal fidanzato Mirto Milani. I tre, rei confessi, sono stati condannati all'ergastolo.

Durante l'udienza si discuterà sulla richiesta di Mirto Milani di essere ammesso a un percorso di giustizia riparativa che, pur non incidendo sulla pena, potrà prevedere tra le altre cose anche confronto con i familiari di Laura Ziliani.

La confessione del "trio criminale"

La donna è morta strangolata dopo che le figlie e Mirto Milani l'avevano stordita somministrandole un muffin farcito di benzodiazepine. Un gesto lungamente meditato dai tre, che più volte avevano provato a entrare in azione. Al punto da aver già scavato una buca in un bosco della Valcamonica. "Avevamo già pensato di dichiarare che era andata a fare una passeggiata e poi non era più tornata a casa", è stata la confessione di una delle due figlie, Paola Zani. "Mirto ci aveva detto come comportarci. Dovevamo dimostrare rabbia, allontanamento rispetto all'accusa e piangere di più. Dovete sembrare più disperate, diceva".

Mirto Milani, in realtà, è stato il primo dei tre a confessare. Era stato lui il primo a rompere il patto di assoluto silenzio con le figlie di Laura Ziliani, di cui era stato fidanzato e amante. "Per uccidere Laura abbiamo preso spunto dalle serie tv", aveva raccontato. "Dexter, Breaking Bad, I Borgia. Avevamo deciso che doveva morire. Un'idea folle, assurda".

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