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Omicidio Ziliani, Mirto confessa: “Stordita con un muffin avvelenato. E forse seppellita ancora viva”

Mirto Milani, omicida di Laura Ziliani insieme alle figlie della donna Paola e Silvia, ha confessato al compagno di cella la dinamica del delitto. “Laura è stata drogata con un muffin e poi, nonostante i tentativi di soffocarla, forse seppellita ancora viva”
A cura di Francesca Del Boca
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A stordirla, un muffin ai mirtilli farcito di benzodiazepine. Che comunque non è bastato a far crollare Laura Ziliani, nella sua casa di Temù (Brescia). Inutili anche i tentativi di soffocarla, a mani nude e con un sacchetto di plastica sopra la testa: l'ex vigilessa ancora si muoveva. Il dubbio che sia stata seppellita viva? "C'è. Aveva ancora lunghe convulsioni". Questo è il racconto che Mirto Milani fa al compagno di cella, un 50enne recluso per reati fiscali. Il quale, inorridito, convoca subito gli inquirenti. "L’ho fatto per una questione etica, quello che hanno commesso è mostruoso".

Il dolce avvelenato

Confessa, Mirto Milani. E racconta di quel dolce avvelenato, preparato con i mirtilli raccolti nei boschi dell'Alta Valcamonica e una dose da cavallo di benzodiazepine. Laura Ziliani però non crolla, e l'effetto ottenuto è solo quello di rintronarla. A quel punto scatta la rabbia di Silvia, che piomba da dietro sulla madre ormai inerme. Le mette le mani al collo, arriva anche l'altra figlia Paola a darle manforte. Niente, la mamma respira ancora. È necessario l'intervento di Mirto, che tenta di stringerle un sacchetto di plastica intorno alla testa. Anche in questo caso, con scarso successo.

Era ancora viva?

"Mirto Milani mi ha detto che c’è il dubbio che sia stata seppellita viva nella buca scavata a fianco del fiume Oglio, senza che loro ne fossero certi. Laura aveva convulsioni lunghe", ha riportato il detenuto, compagno di cella di Mirto Milani. Il cadavere dell'ex vigilessa, ricoperto dai tre assassini con 25 chili di malta e spogliato prima di essere sepolto, era stato poi restituito dal torrente, nell'agosto del 2021. Agli atti, peraltro, anche la scoperta di una seconda fossa non lontana da quella poi utilizzata come loculo di Laura Ziliani. Sarebbe stata scavata la notte stessa del delitto e poi abbandonata: troppo duro il terreno.

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La confessione del "trio criminale"

Oltre a Mirto Milani, hanno già confessato anche le altre due componenti di quello che fu definito dal gip Alessandra Sabatucci il "trio criminale", ovvero le due figlie Paola e Silvia Zani (19 e 27 anni), rispettivamente amante e fidanzata. Il movente? Mettere finalmente le mani sul patrimonio immobiliare della donna. Che, secondo Mirto Milani, veniva gestito in maniera irresponsabile dalla suocera.

Gli investigatori avevano infatti registrato alcune conversazioni in cui le due sorelle commentavano la situazione patrimoniale della madre, precisando la volontà di impossessarsi il prima possibile del canone d'affitto di alcuni appartamenti. E in tanti ricordano che Laura Ziliani fosse stupita e infastidita dalle continue intromissioni di Mirto Milani, spalleggiato dalla madre, sulle questioni economiche di casa.

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