Omicidio Laura Ziliani, le figlie tradite dal “contapassi” sul telefono della ex vigilessa
Manca ancora ricostruire minuto per minuto quanto accaduto la mattina dell'8 maggio per trovare le ultime risposte sulla morte di Laura Ziliani. Per gli inquirenti però una cosa è certa: l'ex vigilessa "non è mai uscita viva dalla casa di via Ballardini di Temù". Non resta da chiedersi dunque: quando è stata uccisa Laura Ziliani? E ancora, dove è stato nascosto il suo cadavere per tre mesi? Su quanto si legge dalla carte, il corpo senza vita di Laura Ziliani non è rimasto per settimane nel luogo dove è stato trovato da alcuni passanti l'8 agosto: per gli inquirenti è stato portato in un secondo momento. Altra certezza è che il racconto fortino dalle figlie non è confermato dalla geolocalizzazione e dai dati del telefono della madre. E dai vestiti con cui è stata ritrovata: secondo gli inquirenti l'ex vigilessa è stata trovata con abbigliamento notturno. Prova del fatto che una volta arrivata nella sua casa di Temù, e si è cambiata per trascorrere la notte il 7 maggio, non è più uscita viva da quella casa.
Tutte le prove svelate dal telefono
A svelare tutto possono essere proprio i dati del telefono. Dopo un'attenta analisi l'esito degli accertamenti non sono conciliabili con le dichiarazioni dei tre arrestati per omicidio di questa mattina, ovvero le due figlie Silvia e Paola Zani e il fidanzato di una delle due Mirto Milani. Le figlie infatti hanno sempre raccontato di essersi svegliate presto, attorno alle 7 di mattina e di aver visto la madre concentrata sul telefono, probabilmente su qualche social. Prima che decidesse di uscire di casa e andare a fare una passeggiata. Un tecnico incaricato dalla Procura però ha scoperto che l'applicazione contapassi, chiamata "Health" e installata sul telefono della Ziliani, quella mattina avevano registrato un movimento di appena 38 passi e solo tra le 8 e le 8.20 del giorno della scomparsa. Ma ancora: se si segue la geolocalizzazione del dispositivo, si nota che il cellulare – secondo quanto si legge dalle carte della Procura – risulta essere connesso alla rete ben oltre le 7. Verso le 10 si è perso il segnale per ricomparire definitivamente alle 13.49. Questo vuol dire che nell'orario nel quale Laura Ziliani avrebbe dovuto usare il telefono, stando alla versione delle figlie, non è stato registrato alcun traffico dati. Impossibile se si naviga sul web. Ma c'è di più: l'applicazione di contapassi non ha registrato nessuno spostamento: tutto molto strano se si pensa che a detta delle figlie la donna si era alzata e aveva raggiunto la sala da pranzo per poi scendere le scale fino alla cantina dove il telefono era caduto finendo sotto la panca fino a quanto è stato recuperato da Silvia Zani. Eppure l'applicazione è stata accertata funzionasse benissimo.
Cosa non torna la mattina della scomparsa
Oltre ai dati telefonici ci sono anche le testimonianze dei vicini di casa che hanno sollevato altre anomalie nel racconto degli arrestati. Una vicina di casa ha specificato che quando arrivava Laura nella sua casa a Temù solitamente Mirto Milani lascia quella casa e andava a dormire in un'altra. Mentre la sera del 7 maggio il ragazzo è rimasto in casa con Silvia, Paola e Laura: alla stessa vicina Mirto ha riferito di aver visto sua suocera l'ultima volta la mattina presto dell'8 maggio. E ancora: la stessa vicina di casa ha specificato ai carabinieri che il pomeriggio successivo alla scomparsa di Laura, i genitori di Mirto si sono spostati nella casa dell'allora scomparsa. E qui ci sono rimasti anche quando Silvia e Paola hanno lasciato Temù per ritornare a Brescia: per tutto il tempo la coppia non ha fatto altro che pulizie in case. Tutti punti su cui dovranno ancora far luce le indagini.